
Opera Seme Festival, una foto degli studenti americani sul palco del teatro Petrarca di Arezzo nella passate edizioni della rassegna
Arezzo diventa Casa della Musica. È qualcosa di più dello slogan ripetuto dalla vice sindaca Tanti in apertura della conferenza stampa di Opera Seme Festival, perché il rapporto di Arezzo con la musica è più solido di quanto gli operatori odierni possano immaginare. Il Comune di Arezzo, coordinando la Fondazione Guido d’Arezzo, Spazio Seme, l’Orchestra Oida, l’Associazione Music e il Festival Valenzano Symphony, propone due settimane dedicate all’opera e alla tradizione tutta italiana del bel canto riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. Come ha detto Gianni Bruschi è un sogno che si sta avverando: quello della grande Slavka Taskova Paoletti, di veder convergere ad Arezzo giovani cantanti a perfezionare e a loro volta a diffondere il gusto per questa straordinaria pratica artistica. A Gianni Bruschi ha fatto seguito Matthew Schloneger (East Texas A&M University School of Music) sottolineando l’importanza di questa edizione che vede la presenza in città di 22 studenti provenienti dagli Stati Uniti e di cinque italiani, impegnati in un percorso che prevede masterclass, esperienze culturali e spettacoli. L’evento è già cominciato ieri e prosegue stasera alle 21 in piazza Grande con un concerto operistico sulla terrazza di Fraternita. Il Festival vero e proprio prenderà il via lunedì 21 con tre opere (Mese Mariano di Giordano, L’Impresario in angustie di Cimarosa e l’Alcina di Haendel) nel chiostro del Comune con replica a Valenzano. Chiusura alla grande al Petrarca sabato 26 con Jazz on Broadway, viaggio attraverso la storia del musical americano con i giovani cantanti accompagnati dall’ orchestra Oida. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero, tranne questo ultimo per cui è previsto un biglietto di 20 euro.
Claudio Santori