CASO GUERRINA / Il frate arrestato nel convento di Roma di cui era ospite da due mesi. La sua reazione: lasciatemi solo prendere le mie cose

Il sacerdote non è apparso sorpreso dall'arrivo dei carabinieri, sapeva di essere sul filo da settimane: esce dalla porta principale con camicione fantasia e pantaloni sformati

Padre Graziano esce dal convento di Roma dopo l'arresto

Padre Graziano esce dal convento di Roma dopo l'arresto

Arezzo, 23 aprile 2015 - Il campanello del convento romano che ospita la sede dell'ordine premostratense, in viale Giotto, nel quartiere San Saba, zona dell'Aventino, ha squillato intorno alle tre del pomeriggio. Nessuno si è sorpreso troppo alla vista dei carabinieri che dovevano notificare l'ordinanza di custodia cautelare firmata in mattinata dal Gip Piergiorgio Ponticelli, tantomeno Padre Graziano: sapeva bene da giorni di essere sul filo e che l'arresto poteva scattare in qualsiasi momento.

Il frate congolese ha chiesto soltanto il tempo di radunare le sue cose e di vestirsi. Ha indossato un paio di pantaloni sformati e un camicione fantasia con le maniche corte, lo stesso con il quale è poi giunto in tarda serata, quando il clima si era già rinfrescato, prima nella caserma dei carabinieri di via Carlo Alberto Dalla Chiesa e poi nel carcere di San Benedetto. Dal portone del convento è uscito a testa alta, guardando in faccia le telecamere di Chi l'ha visto? che lo attendevano, come se volesse dimostrare di non avere niente da nascondere.

Ad Arezzo, intanto, il suo avvocato Luca Fanfani, che non ha mai nascosto il timore dell'arresto, confermava l'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare e faceva sapere che non avrebbe commentato fino a che non avesse letto quanto ha scritto il Gip. Il che accadrà non prima di oggi, quando il legale potrà ritirare il testo della misura depositato in cancelleria.

L'auto con Padre Graziano è arrivata al comando provinciale dei carabinieri intorno alle 21,30, preceduta da una gazzella. Ad attendere sulla scala esterna c'erano il comandante provinciale, colonnello Luigi Arnaldo Cieri, il suo vice, tenente colonnello Antonio Lettini e il comandante della compagnia di Arezzo, capitano Francesco Di Costanzo. Quest'ultimo ha poi accompagnato il piccolo corteo fino al carcere di San Benedetto, poco dopo le 22.