
Marco Chiosa, 31 anni,. in amaranto ha collezionato 55 presenze. da difensore centrale, segnando anche tre reti. È cresciuto nel. settore giovanile del Torino
È passata ormai una settimana ma i rimpianti per l’eliminazione ai playoff per mano della Vis Pesaro sono ancora freschi. Il difensore centrale Marco Chiosa, uno dei giocatori più esperti, rappresentativi e impiegati durante la stagione è tornato sulla recente delusione, sulla stagione comunque in crescendo e sul futuro prossimo del Cavallino. Un futuro ambizioso a detta del presidente Manzo e del direttore Cutolo.
Chiosa, quanto rammarico c’è per come è finita la stagione?
"Tanto, perché è un peccato uscire in questo modo, in casa con due risultati su tre a disposizione. Purtroppo queste partite ci hanno giocato un brutto scherzo, penso anche all’inizio del primo turno col Gubbio. Forse abbiamo giocato col freno a mano un po’ tirato mentre le avversarie avevano la mente più sgombra sapendo di non aver nulla da perdere. Sono convinto che arrivare almeno ai turni nazionali sarebbe stato il giusto epilogo, oltre al fatto che nelle gare di andata e ritorno sarebbero potuti uscire i nostri valori".
Il bilancio complessivo resta positivo?
"Di per sé sì, perché comunque abbiamo centrato l’obiettivo di migliorare la posizione dello scorso anno. Resta il rammarico di non aver avuto la continuità di fare un’intera stagione come gli ultimi mesi, quando, dati alla mano – non solo punti ma anche gol fatti e subiti, abbiamo tenuto il passo dell’Entella che ha vinto il girone. Comunque è stata messa una base importante per un futuro che deve vederci protagonisti assoluti, come ha anticipato la proprietà, che si è sbilanciata ma a ragion veduta".
Voi vi sentireste pronti, come gruppo, ad affrontare una stagione per vincere?
"Assolutamente: il gruppo sposa la linea della società e dell’allenatore, che non ha mai nascosto la sua ambizione fin dal suo arrivo. Abbiamo dimostrato di essere cresciuti molto rispetto all’inizio, anche se ancora dobbiamo maturare da tanti punti di vista, anche tecnico-tattico. Siamo orgogliosi di poter lottare per riportare la città dove manca da una ventina d’anni".
Bucchi cosa vi ha dato in più?
"Ci ha dato la tranquillità e la fiducia che in certi momenti della precedente gestione avevamo perso a causa di una discontinuità che aveva incrinato anche i rapporti con la tifoseria. Siamo stati bravi a invertire la rotta, noi come gruppo e Bucchi come tecnico. Ha convinto noi stessi prima e i tifosi poi che siamo un gruppo con delle qualità, umane prima di tutto. Non era scontato dare una sterzata del genere".
A livello personale che stagione è stata?
"Dopo un inizio in salita, dove ho preferito curare bene i miei problemi fisici per evitare ricadute che infatti non ci sono state, la reputo una bella annata. Ho indossato spesso la fascia di capitano e ne vado davvero fiero. Lo scorso anno, pur giocando meno del previsto, penso di aver avuto un ruolo importante all’interno dello spogliatoio e quest’anno sono felice di aver potuto mostrare le mie qualità anche in campo. Noi più esperti, penso anche a Settembrini, Guccione o Dezi, dobbiamo fare da chioccia anche ai più giovani, trascinandoli e contribuendo al loro miglioramento. Penso che qualcuno di loro sia cresciuto molto".