
I numeri senza dubbio buoni, ma "pur prendendo atto con soddisfazione dei positivi risultati conseguiti nel 2019, non ci sfugge la necessità di una riflessione più ampia sulla situazione economica e sociale che siamo chiamati ad affrontare: la lunga fase di recessione e le conseguenze della pandemia da Covid-19 impongono risposte adeguate anche da parte del sistema bancario". Così Paolo Sestini, rieletto lo scorso 29 giugno a una presidenza della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo che occupa ininterrottamente dal 2008. Per la prima volta, a seguito delle nuove disposizioni, l’annuale assemblea dei soci non si è tenuta al palasport di Anghiari ma in videoconferenza con un rappresentante designato, tramite il quale ciascun socio ha potuto esercitare i diritti assembleari ed esprimere il proprio voto.
Il nuovo consiglio di amministrazione, in carica fino al 2022, risulta composto da Elena Caraffini, Lucio Ciarabelli, Stefano Mannelli, Massimo Meozzi, Alessandra Papini, Stefano Rossi, Andrea Trapani e Nilo Venturini, con un ringraziamento del presidente ai tre consiglieri uscenti: Giovan Battista Donati, Giovanni Fornacini e monsignor Marco Salvi. L’esercizio 2019, primo anno pieno di adesione al gruppo Iccrea, ha prodotto un accrescimento delle grandezze bancarie tradizionali: sono infatti cresciuti sia gli impieghi (+3,6%) che la raccolta diretta (+ 7,2%) e indiretta (+6,9%), tant’è che il prodotto bancario sfiora il miliardo di euro.
L’esercizio si è chiuso con un utile di 648mila euro, quasi interamente accantonato a riserve, che ha portato al 13,43% il Cet1, parametro che sottolinea la solidità della banca. Dopo l’esposizione dei numeri, il commento in chiave di prospettiva: "Siamo consapevoli del fatto che ogni territorio con le sue peculiarità, le sue aziende, le sue famiglie e il suo tessuto sociale – parole ancora di Sestini - abbia bisogno di essere vissuto e sostenuto con azioni specifiche: questo è da un lato il vantaggio competitivo delle piccole banche come la nostra, ma dall’altro rappresenta anche la sfida più forte cui saremo chiamati nei prossimi mesi. Dobbiamo prima di tutto chiederci fino a che punto abbiamo singolarmente la capacità di essere punto di riferimento per un’intera area omogenea.
A questo riguardo, occorre dire con chiarezza che la dimensione di territorio cui pensiamo è quella delle province di Arezzo e Siena". Non solo: il presidente ha pure anticipato una possibile mossa. Ecco cosa ha concluso: "Il positivo andamento della nostra banca ci sostiene nel pensare per il prossimo futuro anche ad alleanze con altre consorelle che operano nel medesimo territorio e ci rasserena la certezza che anche le linee strategiche del gruppo Iccrea non potranno discostarsi – in tema di alleanze – dalla nostra visione dei territori: solo una illuminata guida centrale potrà dare la giusta collocazione alle istanze dei singoli".
Claudio Roselli