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Cronaca

Autostrada: condannati alle code Il tratto aretino ormai non regge più E parte il cantiere del San Donato

Già a giugno piccoli incidenti hanno paralizzato il traffico: a luglio si torna a 80mila auto al giorno. I lavori della terza corsia procedono ma ci vorranno almeno dieci anni per completarli fino in città.

Autostrada: condannati alle code Il tratto aretino ormai non regge più E parte il cantiere del San Donato

di Alberto Pierini

AREZZO

Il "soldato Ryan" al volante ingrana le doppie frecce appena uscito dal casello e le tiene accese fino a Firenze. Un po’ perché se le dimentica. Un po’ perché la tregua dura poco. Il tratto aretino dell’autostrada regge l’anima, o se preferite l’asfalto, con i denti. Basta un drone per verificare. Se alle porte della nostra provincia si viaggia a tre corsie, sia in direzione nord che in sud, e qui si viaggia a due, è chiaro a chi tocchi fare da tappo. E in mancanza di droni ci pensano i fatti. Già a giugno piccoli incidenti, almeno nelle loro conseguenze per i passeggeri, hanno paralizzato l’A1.

Succede in genere su due tratti roventi. Uno quello tra Arezzo, Valdarno e oltre. E l’altro prima di Monte San Savino. Inchiodi per le doppie frecce di chi ti sta davanti e da quel momento procedi a singhiozzo. Senza possibilità di fuga.

La marcia verso le ferie, qualunque sia il vostro obiettivo, si interrompe subito, proprio in partenza. E con luglio il volume di traffico nelle giornate di punta ha ripreso i contorni degli anni ruggenti. Anzi peggio. Perché una volta partivi, stavi 15 giorni e tornavi. Ora capita spesso di concentrare la "vacanza" in un weekend: freni le spese ma aumenti la circolazione. E quindi i rischi di code.

Con i veicoli quotidiani oltre quota ottantamila tra Firenze e Valdarno, le zone a due corsie diventano un imbuto. E spostandoci progressivamente verso sud la sostanza non cambia. Sessantamila tra Valdarno e Battifolle, o se preferite Arezzo. E cinquantamila mezzi in movimento in direzione Roma. Un incidente e tutto si ferma, disegnando la famosa Italia spaccata in due. E in parallelo va in panne la viabilità minore, quella dove il traffico viene riversato in caso di vera emergenza.

Intanto i cantieri crescono: per fortuna ma mettendo altro pepe nel piatto. Domani notte chiude il tratto tra Arezzo e Valdarno, solo un assaggio. Entro luglio, secondo le promesse dell’ultimo sopralluogo, inizieranno i lavori di scavo della nuova galleria San Donato, lunga un chilometro meno 40 metri. Non peserà sulle giornate a bollino nero ma i lavori vanno fatti. E le prospettive sono a lungo termine. Per ora si dà di ruspa solo da Firenze Sud a Incisa. Il primo lotto è quasi completato (tra il capoluogo e il viadotto San Giorgio), nel secondo c’è proprio il San Donato. Brividi. Ma per cominciare ad entrare in terra d’Arezzo, non sempre un cantico, ci vorrà la tappa successiva, i 18,4 chilometri tra Incisa e Valdarno. Dell’estensione fino ad Arezzo esiste solo un progetto preliminare elaborato negli anni ’90 e l’ex ingegnere capo della Provincia Giovanni Cardinali ne è testimone oculare. Complesso. Ci vogliamo mettere dieci anni da qui al traguardo? Sappiamo già che saranno pochi, il bicchiere di asfalto non è mai mezzo pieno. Intanto è luglio, il mese del primo esodo, poi sarà agosto, quello della fuga di massa. Il "soldato Ryan" è al volante: e neanche le doppie frecce lo salveranno.