Salvatore Mannino / Sergio Rossi
Cronaca

Sullo Spino come schegge: corse clandestine, velocità fino a 170 orari, tre a processo

Un’auto e due moto sui tornanti a folle velocità. Stangati dai carabinieri forestali. Un fenomeno diffuso. L'operazione condotta dai carabinieri forestali

Una moto a 169 chilometri orari sullo Spino

Arezzo, 13 giugno 2020 - Lì le corse clandestine le facevano con le auto, qui invece oltre alle auto c’entrano pure le moto e il meccanismo è forse più pericoloso ancora: anche perché questa è la realtà e non il grande schermo. Il «Fast and Furious» su due e quattro ruote ha portato a processo tre giovani riminesi protagonisti appunto di gare-pirata sul passo dello Spino, uno dei valichi montani che in primavera e in estate vengono purtroppo scambiati per piste ad alta velocità, mettendo a rischio la vita non solo degli spericolati piloti ma anche di ha la sventura di transitare da quelle parti.

I tre romagnoli, tra i 20 e i 30 anni, sono finiti a processo dopo un’indagine durata oltre un anno con l’accusa di gare in velocità su strada, reato previsto dal codice della strada ma finora mai contestato in provincia di Arezzo.

Sono stati i carabinieri forestali, che per la sicurezza dei valichi stanno da lungo tempo combattendo una dura battaglia, a denunciare i ragazzi nell’ambito della campagna denominata Defend Life. Ma stavolta è successo di più: non solo multe e sequestri ai danni di chi filava sui tornanti come il vento, ma l’accertamento di vere e proprie performance sportive competitive, ripetute sul passo dello Spino nel comune di Pieve S. Stefano.

A giudizio vanno i conducenti di un’auto Toyota e di due moto (Honda 1000 e Suzuki dr 400), che ad agosto e settembre 2019 si erano sfidati guidando a velocità folle sulle curve, incuranti di chi passava in senso opposto. Il video registrato dai forestali dà la contezza di ciò che è accaduto, con una moto che ha raggiunto la velocità di 169 chilometri orari.

Evidentemente le lezioni non servono. In quei tornanti sono morte persone ma sui nostri passi montani continuano a rombare le due ruote di motociclisti che scambiano una normale strada per una pista dove esercitare le proprie virtù da pilota. E’ un circolo vizioso che i carabinieri forestali hanno cercato di di spezzare con una serie di controlli sui valichi più battuti della provincia che dalla Toscana portano alla Romagna.

Valichi frequentati dagli spericolati ruote che arrivano dalle regioni vicine, con tanto di passaparola: se lo Spino è controllato, allora si va alla Calla. Oppure a Crocemori. E via discoredno. Il rischio è che anche in questo 2020 il fenomeno si ripeta, ora che il lockdown pare un ricordo.

Ma i forestali non dormono e continueranno a presidiare i passi attraverso un sistema che prevede un posto di controllo e una safety car con telecamere per visionare il transito nei due sensi di marcia.

Viene poi attivato un collaudatissimo dispositivo di emergenza che prevede l’immediato rallentamento del traffico in arrivo dalla parte opposta, in modo da ridurre il rischio di uno scontro con veicoli, camper e pulman. Il successivo step è quello del posto di blocco, dove sono incappati anche gli spericolati oggi mandati a processo