
Arezzo liberata. I carrarmati britannici in Corso Italia dopo giorni di tensione
Tiziana
Sono trascorsi 80 anni dalla Liberazione di Arezzo che avvenne il 16 luglio 1944 con l’ingresso, prima dei granatieri, poi dei carri armati britannici. Come ricorda Enzo Droandi in "Le stragi del 1944 nella Toscana orientale", l’entrata nel capoluogo era prevista per il 15 luglio da parte del XIII corpo d’armata corazzato, anche se la resistenza da parte di Kesselring era ancora dura nella zona. Il disegno prevedeva che Arezzo dovesse essere la prima città d’Italia liberata con insurrezione popolare tanto che un grosso reparto, quello della Brigata Pio Borri, avrebbe dovuto entrare in città il 14 luglio, giorno in cui si consumarono le efferate stragi di San Polo e San Severo.
Le truppe inglesi riuscirono a valicare Lignano nella notte tra il 14 e il 15 luglio con l’obiettivo di spingersi verso Olmo alle prime luci dell’alba del 15. I dettagli dell’operazione furono studiati a Cortona qualche giorno prima durante un incontro fra Ufficiali britannici e una delegazione di partigiani aretini. Alcuni di quest’ultimi, che presero parte all’incontro, si unirono alle truppe inglesi che stavano dirigendosi verso Arezzo mentre altri, si diressero verso le colline che cingevano il capoluogo. Pur essendo consapevoli della loro debolezza i tedeschi non si arresero infatti, riuscirono a liberare sedici prigionieri della Wehrmacht che erano trattenuti da truppe partigiane.
Ritrovata la libertà scatenarono la loro ira su partigiani e sulla popolazione civile riuscendo anche ad avere informazioni circa i piani delle truppe alleate e delle brigate partigiane. Questi giorni sono ricordati da Almo Fanciullini, un bambino che nei suoi diari ricorda come la situazione in città stava peggiorando, la zona era piena di soldati germanici e Poti era sorvegliata tanto che dal 13 luglio 1944 si poteva parlare di situazione grave.
Nella notte tra il 13 e il 14 i cannoni sparavano dietro Lignano e Agazzi, gli aerei Alleati mitragliavano di continuo, esplodevano bombe ovunque fino a quando i tedeschi capirono di non poter più resistere. Così cominciò la loro ritirata. L’ingresso del primo cingolato ad Arezzo fu tranquillo, percorse via Vittorio Veneto, Piazza San Jacopo, Corso Italia fino alla parte alta della città, il Duomo e Piazza San Domenico in una città ormai quasi deserta. Sempre Almo ricorda che, dall’inizio della guerra 10 giugno 1940 al giorno della Liberazione 16 luglio 1944, passarono sopra il cielo di Arezzo 12.000 aerei Alleati, le azioni di disturbo notturne una decina, i bombardamenti diurni sette, la contraerea tedesca intervenne per circa cinquecento volte, ma nessun aereo alleato fu abbattuto nei cieli di Arezzo. Le truppe delle forze Alleate furono accolte dalla popolazione con entusiasmo, i civili si riversarono nelle strade della città e nel pomeriggio fu organizzato un corteo per festeggiare la liberazione.
Sui muri comparvero scritte in cui venivano acclamati i liberatori e dove, tra le varie scritte si poteva leggere - Un giorno che non verrà mai dimenticato – così dopo ottant’anni siamo a ricordare un giorno che ha cambiato la storia della città e del Paese.