Salvatore Mannino
Cronaca

Ezio Gori: io, il rettore più vincente di sempre coi Maradona e Cr7 della Giostra

I retroscena della vittoria: Elia voleva tirare al 5 comunque, lo ha fermato il capitano. "Una coppia così mai nella storia, possono superare Tripolino"

Ezio Gori ed Elia Cicerchia

Arezzo, 3 settembre - IN UNA DOMENICA di mezza estate è entrato anche lui nel mito, come i suoi cavalieri. Ezio Gori, il rettore di Porta Santo Spirito, è diventato infatti il più vincente di tutti i tempi, 11 lance contro le 10 di Giancarlo Felici e Faliero Papini, altri due giganti della Giostra. E lui cosa ne dice?

Come ci si sente nel ruolo di una leggenda di Piazza Grande?

«Lasciamo perdere. Non è quello che vale. Conta piuttosto la vittoria, contano i giostratori che questi record se li sono conquistati. Io l’ho sempre detto, fin dal 2012 in cui vinsero per la prima volta, che due come Elia Cicerchia e Gianmaria Scortecci potevano superare un mito come Tripolino in vetta all’albo d’oro. Ora ci sono vicini: dieci successi ciascuno, a cinque di distanza da Torrini. E ancora sono giovani. Se continuano così...».

Parlano i numeri. Non solo le 37 lance del quartiere ma anche i 10 successi della supercoppia su 17 edizioni disputate. Fa il 58 per cento. Proiettato sui prossimi dieci anni fa almeno altre dieci vittorie.

«Appunto. Sono cifre mostruose di due che secondo me non hanno uguali negli annali della Giostra. Certo, un po’ di merito me lo prendo anch’io che li ho scoperti insieme a Martino Gianni».

Già, se lo sarebbe mai aspettata diventando rettore una cavalcata trionfale come questa?

«Certo che no. Quando sono arrivato io nel 2009 c’era il caos totale dentro il quartiere, con Carlo Farsetti che aveva appena firmato per Porta Crucifera. E’ stato necessario ricostruire tutto. Potenziare le strutture, mettersi d’accordo con Martino Gianni, gestire il rapporto con lui che è un tipino non facile, arrivare finalmente ai cavalli di proprietà come adesso».

E poi Scortecci e Cicerchia come li avete scoperti?

«Elia non c’era ancora, lo abbiamo portato noi. Gianmaria cominciò per caso. Si era fatto male Federico Stendardi e ci serviva uno per la Provaccia. Lui gravitava sul quartiere e sapeva andare a cavallo. Lo buttammo dentro».

Eppure Scortecci è stato anche in discussione nel 2014, quando lo metteste in ballottaggio con Andrea Bennati.

«Era un periodo in cui non andava. Ma io ho sempre creduto in lui. Bastava solo che trovasse fiducia in se stesso e la freddezza che ancora gli mancava».

Detto fra noi, chi è meglio, Cicerchia o Scortecci?

«Detto fra noi è una graduatoria che non ha senso. Sono due personaggi completamente diversi. Uno, Elia, è più istintivo, l’altro, Gian Maria, si è migliorato tantissimo con l’allenamento. Dovessi fare un paragone, direi che Cicerchia è Maradona, uno che sa già cosa fare, Scortecci è come Cristiano Ronaldo, uno che si è costruito da solo».

A proposito di Cicerchia. Resta il rammarico di non averlo visto davvero alla prova, dopo le mezze delusioni degli ultimi due anni.

«Voglio svelare un retroscena. Quando è andato al pozzo per la carriera decisiva, era pronto a tirare sul 5. Lo ha fermato il capitano Marco Geppetti che gli ha chiesto di non rischiare. Eppure sono convinto che lui quel centro lo avrebbe preso, anche se non aveva senso mettere in pericolo la Giostra. Elia lo rivedrete a giugno. Più forte e freddo che mai».