LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Arezzo, la Fiera vola a forza cinquantamila. Tante le presenze della maxiedizione

Oggi la prova del fuoco per dicembre. Se il percorso terrà, certo il prolungamento anche per l’otto dicembre. Affari prudenti, locali pieni

Non mancavano i dandy alla Fiera

Non mancavano i dandy alla Fiera

Arezzo, 2 giugno 2025 – Giovedì ha firmato la più imponente variazione di bilancio della sua vita. Ora è lì, che soffia nel sassofono con tutte le sue forze. Anche Alberto Merelli, 15 anni da assessore, dà fiato alla Fiera: con i colleghi della Filarmonica Guido Monaco, camicia bianca sotto il sole, suona l’inno nazionale. Che per un giorno accarezza Mameli ma anche l’evento di punta della città. Perché l’Antiquaria per ora attraversa l’edizione-scommessa, tre giorni filati in mezzo al lungo ponte, con il vento in poppa, chissà se anche per il soffio “impetuoso” di Merelli.

Non è un’edizione da grandi acquisti, alla vigilia dell’estate (e delle vacanze) la prudenza regna sovrana e nessuno può permettersi variazioni di bilancio familiare esagerate, ma la folla è impenetrabile. Il giugno della Fiera è pronto ad essere archiviato tra le cinquantamila e le sessantamila presenze. Roba da “cugini” (città del Natale e Mercato Internazionale in testa) ma anche vincente. Perché all’alba di giugno gli italiani, d’estate più restii, sono ancora tanti e gli stranieri calano in forze. Olandesi, belgi, austriaci, tedeschi, francesi: e asiatici in forze, parte dei quali impegnati a rimandare a Tokyo le immagini dei pezzi migliori, per decidere se comprarli o no.

La Fiera saprà oggi se ha vinto fino in fondo la sua scommessa dei tre giorni: oggi, perché sapremo di buon’ora quanti espositori saranno rimasti a presidiare il percorso con il loro banco. Una parte farà le valigie, soprattutto chi per trattenersi ad Arezzo deve pagare un altro pernottamento: ma la sensazione è che il percorso terrà. “Ci permettono un terzo giorno di mercato tra l’altro gratis e ce ne andiamo? Neanche a pensarci” commenta un’antiquaria storica. E se il ragionamento correrà tra i banchi, sarà anche il test ideale in vista del bis di dicembre, quando il calendario offrirà su un piatto d’argento un’altra occasione imperdibile: 6, 7 e 8 dicembre, nel pieno del mercatino tirolese e dei suoi fratelli.

Allora piazza Grande parlerà tedesco, oggi parla e mangia italiano: una grande tavolata accoglie una decina di protagonisti sotto una delle tende, spaghetti per tutti, tra cui tre fratelli le cui strade si incontrano ogni mese proprio ad Arezzo. I banchi sono continui. Non solo qui ma perfino sul ramo di via Cavour che costeggia il liceo Classico e per una volta in piazza della Badia. I “rami”non sempre fioriti pullulano di offerte, come via del’Orto, dove alcune botteghe aprono una volta al mese.

I dandy ormai giocano in casa: colorano anche il Prato, tra cappelli eleganti e bastoni da passeggio, proprio lì dove i colori da circo si incrociano con la danza leggera sul verde e con le bici d’epoca. Sono raggiunti da Chiara Boni, la stilista nazionale, per la prova generale della sfilata attesa per oggi, nel nome e nel ricordo di Oscar Wilde. “Spero di non essere perfetto – diceva – perché quando non lo si è c’è possibilità di sviluppo”. In realtà alla perfezione almeno stilistica qui ci puntano in parecchi. E chissà che qualcuno non stacchi un’offerta per la gigantesca voliera di campagna che troneggia in via Cavour. Era di un uomo di teatro, dicono, ha il sapore della campagna inglese. “Qui potete metterci anche un pitone” sorride il proprietario, pronto a cederla a 400 euro. Chi non cede un millimetro sono i locali sul percorso della Fiera: gli spazi sono stretti ma i turni a tavola si moltiplicano, specie gli stranieri pranzano a qualunque ora.

Fraternita regala il suo concerto sul terrazzo, che d’estate si trasformerà in una piccola Versiliana in salsa aretina, il pubblico trasforma la scala della Cattedrale in una tribuna che si affolla davanti agli sbandieratori come nel giorno dell’estrazione delle carriere. E la Fiera aspetta di scoprire oggi se l’idea lanciata da Bruschi sulla sola domenica funziona anche se spalmata su tre giorni. Era nata come una gara di velocità, ora somiglia ad una maratona. Il fiato, a lei come a Merelli, non manca davvero.