REDAZIONE AREZZO

Archivio di Stato, incubo antincendio: l'allarme suona di nuovo a vuoto

Un altro episodio di allerta nei locali costati la vita a due dipendenti asfissiati dal gas sul posto i vigili del fuoco, ennesimo malfunzionamento

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Arezzo, 9 giugno 2019 - Non dà pace il sistema di allarme dell’Archivio di Stato. Scatta ancora. Scatta a vuoto ed è la terza volta che accade nel giro di otto mesi. Era settembre quando provocò la tragedia dei due morti; ed era domenica di fiera, poco più di due settimane dopo quel giorno ferale, quando si attivò di nuovo, senza rilascio di gas. E ieri di nuovo, come ci fosse un perfido meccanismo a orologeria che ogni tanto si diverte ad attivare un sistema ormai nel mirino della procura della Repubblica.

E’ successo a metà pomeriggio, senza che ci fosse un focolaio a giustificarlo e senza il rilascio di Argon, il gas che aveva asfissiato Piero Bruni e Filippo Bagni nella mattina più tragica del centro storico, alle 7,30 del 20 settembre dell’anno scorso. La dimostrazione di quanto i due dipendenti che hanno perso la vita siano stati sfortunati (in quasi dieci falsi allarmi dall’inizio dell’estate 2018 solo quando loro sono scesi nello scantinato della centralina di comando l’hanno trovato saturo di gas) ma anche la prova, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che nell’impianto c’è un malfunzionamento evidente.

Quale lo stabilirà la superperizia che la procura ha affidato mentre il meccanismo continua a scatenare emergenze fasulle e mentre gli avvisi di garanzia si accumulano, recentemente arrivati a quota quindici.

In piazza del Commissario, dopo la telefonata al Comando, si è portato immediatamente un automezzo dei vigili del fuoco. Con tutte le precauzioni possibili, i vigili sono entrati all’archivio, scendendo verso le stanze sorvegliate dall’allarme. Non hanno rilevato alcuna presenza di gas e si sono sono quindi limitati a staccare l’allarme stesso.

Ma i controlli sono proseguiti per accertare con esattezza cosa possa essere accaduto in quetso ennesimo caso che potrebbe essere preso a ridere se non fosse per l’immane tragedia che a settembre aveva scatenato. Quel giorno resterà a lungo impresso nella memoria degli aretini. I due dipendenti dell’archivio, così come avevano fatto altre volte, erano scesi tranquillamente per le scale convinti di dover solo premere un bottone, del tutto inconsapevoli di cosa li stava attendendo.

Ma la trappola era in agguato: il sistema aveva rilasciato gas argon, utilizzato neglli archivi perchè «mangia» l’ossigeno e soffoca in tal modo ogni principio d’incendio. Le fiamme, quel 20 non c’erano, c’erano invece i locali senza ossigeno dove Piero e Filippo andarono a morire.