REDAZIONE AREZZO

Anche don Lazzeri nel Giardino dei Giusti

Il suo nome insieme a quello di Falcone, del generale Dalla Chiesa e don Puglisi: un esempio contro la violenza e i totalitarismi

L’odierna Piazza don Alcide Lazzeri a Civitella nel luglio del 1944

L’odierna Piazza don Alcide Lazzeri a Civitella nel luglio del 1944

Ci sarà anche il nome di don Alcide Lazzeri tra quelli che il prossimo 29 novembre verranno riportati nelle cinque nuove stele che saranno installate ad Agrigento, nella Valle dei Templi, e più precisamente all’interno del "Giardino dei Giusti" inaugurato nel dicembre del 2015. Lo spazio è nato su iniziativa dell’Accademia degli Studi Mediterranei in collaborazione con il Parco Archeologico Regionale "Valle dei Templi". Qui sono state installate nel corso degli anni alcune stele per ricordare figure come Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, simboli della lotta alla mafia, ma anche Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, l’ufficiale assassinato alle Fosse Ardeatine. Il generale Carlo Albero Dalla Chiesa, oppure don Dino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia e Piersanti Mattarella, assassinato da Cosa nostra durante il mandato di presidente della Regione siciliana, e molti altri ancora.

Il prossimo 29 novembre, dopo un convegno a Casa Sanfilippo, si terrà la cerimonia di collocazione delle stele dei 5 nuovi "Giusti". Si tratta di personaggi che l’Accademia di Studi Mediterranei in collaborazione con il Parco archeologico e paesaggistico ha deciso di onorare nel suo singolare "pantheon del bene". Si tratta di Oscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo salvadoregno assassinato, mentre celebrava messa, per aver provato a fermare la violenza nel suo Paese, poi canonizzato da papa Francesco. Mohammed V, re del Marocco, sostenitore della decolonizzazione, del quale si ricorda la protezione accordata alla comunità ebraica marocchina. Ed ancora Giorgio la Pira, tra i principali artefici della Carta Costituzionale, per tre volte sindaco di Firenze e più volte deputato. Salvo D’Acquisto, il giovane carabiniere che accettò di morire sacrificandosi per salvare la vita di 22 civili condannati da una rappresaglia nazista.

E poi anche per don Alcide Lazzeri, il parroco di Civitella, in Val di Chiana, ucciso dai nazifascisti il 29 giugno del 1944. Per provare a salvare i suoi parrocchiani, riuniti quel giorno in chiesa, offrì la propria vita in cambio della loro. I nazisti non ebbero pietà: don Alcide nonostante potesse fuggire, rimase con i propri fedeli e venne ucciso a poca distanza dall’edificio religioso. Il suo nome sarà quindi inserito tra quelli degli uomini e delle donne che si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi e hanno difeso la dignità della persona rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani.

M.M.