Ambulanze, è caccia ai volontari Misericordia: ne manca uno su due E Tanti convoca le associazioni

Il presidente provinciale dell’associazione lancia un altro allarme sulla carenza di personale esperto. Croce Rossa: stiamo preparando 15 giovani. Anpas: la carenza è di autisti. Il vertice in Comune .

di Lucia Bigozzi

La corsa contro il tempo ha due direttrici: Firenze e la provincia. Le associazioni del volontariato monitorano il tavolo aperto in Regione sulla riorganizzazione del sistema toscano di emergenza e urgenza, in attesa dei prossimi step dopo il percorso tracciato con l’assessore Simone Bezzini. Ma la lente di ingrandimento mette a fuoco anche su un altro problema che la pandemia ha amplificato: la carenza di volontari. Mancano persone disposte a seguire una formazione, lunga e impegnativa, e acquisire la competenza per salire su un’ambulanza e correre a salvare vite. È il tema dei temi per le sigle del volontariato e sommato al capitolo rimborsi, impasta una miscela micidiale costringendo le associazioni a fare i salti mortali, tra suddivisione dei turni e del personale per garantire la copertura dei servizi. Finora è stato così, anche se la coperta è corta. "L’adesione al nostro volontariato è mutata. Oggi i giovani sono meno reattivi perchè, tendenzialmente, abituati a vivere in comfort zone tra genitori e nonni dalle quali è difficile uscire", spiega con una buone dose di amarezza Patrizio Cancialli, presidente del coordinamento provinciale della Misericordia al quale fanno capo le 37 sedi della Confraternita che operano quasi in tutti i comuni. Il suo cruccio, dopo 36 anni con la divisa giallo-blu è proprio questo e l’accoglienza dei giovani per la quale "sto sollecitando le nostre sedi ad aprirsi all’incontro durante le visite periodiche". Per chi dedica tempo e competenze a salvare vite, non c’è un numero ideale di volontari perchè "non bastano mai", osserva Luca Gradassi, presidente della Croce Rossa di Arezzo che tira un sospiro di sollievo perchè "qualche spiraglio si comincia a intravedere. Non sono numeri che risolvono i problemi, tuttavia da noi a giugno completeranno la formazione quindici volontari che cominceranno il servizio in affiancamento e saranno autonomi entro la fine dell’anno".

Ma il nodo resta e a livello provinciale mancano centinaia di volontari. "Siamo al 50 per cento del fabbisogno, molto volontari sono destinati ai servizi sociali e quindi mancano persone che scelgono il soccorso e si rendono disponibili a un periodo di formazione prima dei turni in ambulanza. È un servizio certamente impegnativo, ma noi siamo chiamati a salvare vite, un impegno prezioso e indispensabile da fare al massimo delle potenzialità. Ai giovani dico che nella nostra realtà associativa ci sono varie tipologie di servizio, dalla protezione civile all’antincendio passando dal monitoraggio sui corsi d’acqua al servizio civile", aggiunge Cancialli. Tra i volontari da trovare ci sono pure gli autisti. Anche per loro è previsto un corso di formazione specifico. Alla Croce Bianca di Arezzo gli autisti sono sei ma "ne servirebbero il doppio per sopperire a tutti i servizi quotidiani", commenta Giacomo Rampini, direttore generale, una vita dedicata al soccorso, come il padre.

Intanto nell’agenda istituzionale c’è una data: 29 maggio. La vivicesindaco Lucia Tanti ha convocato per lunedì i vertici aretini di Misericordia, Croce Rossa e Anpas per una ricognizione sui problemi e per fare il punto dopo l’avvio del confronto sulla riforma dell’emergenza urgenza regionale alla quale sta lavorando l’assessore Bezzini. È una riunione che servirà a capire direttamente da chi sta sul campo ogni giorno, qual è lo stato dell’arte e le opzioni per uscire dalle difficoltà.