REDAZIONE AREZZO

Alberghi, la maxi-staffetta Chiude AC Hotel, apre B&B

Già completato il cambio della guardia tra le due catene internazionali. I nuovi arrivati hanno 40 strutture in Italia e 500 sparse in mezza Europa

Una staffetta tra giganti. Due catene alberghiere dai confini grandi come quelli del Risiko. La AC Hotel, con le radici nel mondo, e la "B&B", circa 500 alberghi in tutta Europa, quaranta dei quali in Italia. Si sono scambiati il testimone sulla piazza aretina. In modo quasi invisibile. E’ cambiata l’insegna ma non tutti ci hanno fatto caso. Un po’ per distrazione e un po’ perché a distanza le lettere dell’alfabeto possono incrociarsi, specie sullo sfondo della zona industriale. E invece la staffetta è cosa fatta. L’AC ha chiuso dopo anni di presenza sul territorio.

"Chiuso definitivamente" riporta su fondo rosso Google. Era una delle tesserine di un mosaico prestigioso, quello della Marriott International, la multinazionale americana che gestisce, concede in franchising e concede in licenza hotel , residenze e multiproprietà. Fondata nel Maryland da una coppia di genio, J. Willard Marriott e sua moglie Alice . Arezzo non è la prima tesserina a saltare, in un momento fatalmente critico. Dove sono andati in difficoltà il turismo "ludico", quello di affari al quale la Marriot si rivolge e anche il mondo delle cerimonie. Ma la piazza dimostra di tenere.

Perché neanche il tempo di spegnere le luci ed ecco atterrare negli stessi spazi la "B&B": occhio, niente a che vedere con i Bed and Breakfast, siamo sempre nel campo dei grandi alberghi vocati in particolare al turismo di affari ma non solo. In Toscana ce ne sono a Firenze, la loro prima tappa italiana. Poi sono diffusi soprattutto al nord ma con punte fino a Roma e Napoli. Una catena tendenzialmente più low cost dell’altra: un elemento che preoccupava gli altri albergatori, in una realtà piccola la politica dei prezzi condiziona tutti, ma in realtà per ora quelle paure non hanno trovato conferma.

Il quadro? E’ chiaro che le difficoltà degli spostamenti pesano su tutto il settore alberghiero. Ma al tempo stesso Arezzo sta dimostrando di poter infilare il filone dominante tra le pieghe della pandemia: quello dei piccoli e medi centri. Ha perfino un nome, si parla di turismo "riabilitativo", una sorta di recupero della qualità ambientale e di vita. "E’ un momento di trasformazione del settore alberghiero – commenta Laura Lodone da Confcommercio – e siamo solo all’inizio. E’ importante però che Arezzo dimostri di essere in partita". Un gigante chiude e uno apre. La storia continua.

Alberto Pierini