SILVIA BARDI
Cronaca

Agli Uffizi il Napoleone di Pietro Benvenuti

I quadri in video del pittore aretino raffigurano l’epoca francese in Toscana e la corte della Granduchessa Elisa, sorella di Bonaparte

di Silvia Bardi

L’epoca napoleonica, nonostante rivolte e mugugni, segnò per la Toscana un nuovo rinascimento. E per celebrare i duecento anni della morte di Napoleone il direttore degli Uffizi ha fatto realizzare una ipervisione, mostra virtuale delle opere, dei luoghi e delle memorie conservate nelle collezioni museali. E così si scopre che alla corte della sorella di Napoleone, Elisa Bonaparte Baciocchi granduchessa di Toscana, lavorava un notissimo pittore aretino, Pietro Benvenuti, che ebbe il compito di testimoniare con le sue opere la vita e i personaggi imperiali.

Un ruolo raccontato con immagini e testi nel video "Gli Uffici e Napoleone" dalla storica dell’arte aretina Liletta Fornasari che di Benvenuti è la massima esperta. "Qualche tempo fa mi chiamò Schmidt e mi chiese di partecipare al virtuale, occasione importante per rivalutare un artista che ho sempre cercato di valorizzare con eventi e mostre. E’ un personaggio stimato e quotato a livello internazionale. La sua grandezza meriterebbe uno spazio cittadino".

Fornasari è autrice della monografia uscita nel 2004 e ha curato insieme a Carlo Sisi la mostra a Palazzo Pitti su "Pietro Benvenuti alla corte di Napoleone e dei Lorena" nel 2009. "Il figlio Tito aveva donato ad Arezzo i cartoni a grandezza naturale della volta della Cappella dei Principi - ricorda - vennero ritrovati tanti anni fa da Armando Cherici poi con la collaborazione di Barbetti, direttore della Fondazione Guido, e della soprintendente Rotundo furono messi in salvo in attesa di trovare i fondi per il restauro. Ora è il momento di restituirgli il posto fra i grandi aretini".

Ma chi era? Bisogna tornare a Napoleone, quando nel 1796 durante la campagna d’Italia a soli 26 anni, Bonaparte entra a Firenze, ricevuto dal granduca Ferdinando III di Lorena, visita l’Accademia, il Corridoio vasariano, la tribuna degli uffizi. Non tornerà più, ma il suo potere verrà rappresentato da Ludovico I re d’Etruria e dal 1809 dalla sorella Elisa che chiamerà intorno a sé artisti di fama europea come gli scultori Antonio Canova e Lorenzo Bartolini, pittori come Luigi Sabatelli e lo stesso Benvenuti, musicisti come Spontini e Paisiello mentre Foscolo compone "Le Grazie" ispirato all’atmosfera di raffinata eleganza della corte.

Benvenuti era già conosciuto in Francia. Durante un viaggio a Parigi tra 1809 e 1810 aveva realizzato "Il giuramento dei Sassoni" incaricato dallo stesso imperatore, in cui raffigura il generale Bessières e il generale Murat con uniforme da ussaro sul modello del celebre Giuramento degli Orazi di David. La corte fiorentina è "raccontata" dall’artista nel "Ritratto di Elisa Baciocchi" del 1813, conservato a Versailles. C’è Canova mentre scopre la sua Venere Italica, la famiglia granducale, i dignitari di corte, le dame di compagnia, gli aristocratici e gli artisti tra cui lo stesso Benvenuti. Opera di cui si hanno anche i disegni preparatori. C’è l’autoritratto del 1837 donato agli Uffizi per la serie dei pittori famosi. Qui aveva 58 anni, al culmine della carriera, a capo dell’Accademia e nominato direttore e maestro di pittura e "pittore di corte". Gli Uffizi gli hanno reso omaggio, ora tocca ad Arezzo.