Morto sulla Pania, il Soccorso alpino: "Sui monti non è ammesso errore"

I consigli del Soccorso alpino: "Bisogna conoscere i propri limiti. E tutto può cambiare in un attimo"

Stefano Rinardelli, presidente regionale soccorso alpino

Stefano Rinardelli, presidente regionale soccorso alpino

Viareggio 12 dicembre 2017 - «Tenere sempre sotto controllo la meteo, conoscere le proprie forze e capire quando è il caso di tornare indietro. Le montagne tanto restano sempre allo stesso posto». Sono questi primi consigli che Stefano Rinardelli, presidente regionale del Soccorso alpino, dà a chi decide di avventurarsi su per sentieri e pareti tanto in estate quanto, soprattutto, in inverno. Quando qualcosa va storto tocca a lui e ai suoi uomini recuperare chi si trova in difficoltà. A volte a mettere in pericolo l’incolumità degli alpinisti sono tragiche fatalità, altre volte però basterebbe solo un po’ più di attenzione per evitare guai anche seri. Come è successo domenica, con la morte di un escursionista sulle Apuane.

Presidente quali sono le prime indicazioni da seguire prima di allacciarsi gli scarponi e partire?  «Soprattutto in inverno la prima cosa da fare è controllare le condizioni metereologiche. Non è sufficiente però guardare solo le previsioni, ma bisogna anche constatare con mano quale sia lo stato del terreno. Basta solo un centimentro di ghiaccio perché un sentiero facile possa diventare improvvisamente pericoloso. Per questo bisogna essere sempre preparati, sia per quanto riguarda l’equipaggiamento, sia per quanto riguarda le nostre condizioni fisiche. Dobbiamo sempee conoscere le nostre forze.». 

Proprio sulle Apuane certi cambiamenti delle condizioni possono essere repentini... «Questa è una caratteristica che rende le Apuane particolarmente pericolose d’inverno. Stiamo parlando di montagne molto belle dove però tutto può cambiare in un attimo. A causa della vicinanza del mare le temperature possono salire o scendere velocemente cambiando radicalmente le condizioni del tragitto che stiamo seguendo. Proprio per questo bisogna essere bravi a capire quando è il momento di fermarsi e tornare indietro».

Cosa non può mancare nel nostro zaino quando si va in montagna d’inverno? «Diciamo subito che l’equipaggiamento è importante, ma anche saperlo usare. Ramponi e picozze servono sempre, ma dobbiamo conoscere quando usarli e in che maniera. Al di là dell’abbigliamento, che deve essere adeguato, io consiglio poi di portare sempre con sé una torcia frontale, per avere le mani libere nel caso ci sorprendesse il buio, e poi una candela, dei fiammiferi antivento e un telo termico. Con queste poche cose è possibile sopravvivere nel caso ci bloccasse il buio. Da lasciare poi sempre in fondo alla zaino anche un secondo paio di guanti di lana, un cappello e poche cose per il primo soccorso».