Figlio ucciso da immigrato, i genitori portano Alfano e Renzi in tribunale

Il caso di David Raggi, che trovò la morte a Terni. "L'omicida non doveva essere lì"

Amine Aassoul e David Raggi

Amine Aassoul e David Raggi

Terni, 2 febbraio 2016 - Il loro figlio fu ucciso senza un motivo da un immigrato clandestino. Adesso i genitori portano in tribunale il ministero dell'Interno, quello della Giustizia e la presidenza del consiglio dei ministri. Quell'uomo che sgozzò il giovane non doveva essere lì, doveva già essere stato rimpatriato, secondo la famiglia. Ed ecco che scatta l'azione legale.

E' la storia di David Raggi, 27 anni, che trovò la morte nella notte tra il 12 e il 13 marzo in piazza dell'Olmo. Un omicidio assurdo. Il ragazzo si trovò nel posto sbagliato al momento sbagliato. L'immigrato ebbe uno scatto d'ira per una bevanda non servita e appunto, uccise David. Ad annunciar l'avvio del procedimento, che inizierà il 6 giugno al tribunale di Roma, è l'avvocato della famiglia Raggi, Massimo Proietti.

Il Viminale è stato chiamato in giudizio per la mancata espulsione di Amine Aassaoul, 30 anni, che in primo grado è stato condannato a trent'anni col rito abbreviato e ora è in attesa dell'appello. L'uomo aveva richiesto asilo politico, che gli era stato respinto nel settembre 2014 dalla commissione territoriale di Siracusa. Nel frattempo era stata respinta, dal tribunale di Caltanissetta, anche la richiesta di sospensiva, in attesa dell'esito del ricorso presentato dal nordafricano.

Al ministero della Giustizia viene contestata la mancata esecuzione di un provvedimento di cumulo di pene a carico dello stesso marocchino, in base al quale avrebbe dovuto scontare sei anni e otto mesi per vari reati. "Aassaoul non doveva essere a Terni al momento dell'omicidio - dice il legale - ma chimiamo in causa anche la presidenza del Consiglio, che dovrebbe applicare una legge mai entrata in vitore, che parla di un fondo di garanzia a tutela delle vittime di reati gravi connessi da nullatenenti. Si potrebbero così liquidare in sede di condanna le provvisionali, 400mila euro".