Gioielliere uccide rapinatore, filmati quei venti secondi d'inferno, "E' legittima difesa"

La tragedia di via Battelli, gli investigatori ricostruiscono quello che è successo dentro il negozio, aiutati anche dalle telecamere

La rimozione del corpo del rapinatore (nel riquadro)

La rimozione del corpo del rapinatore (nel riquadro)

Pisa, 15 giugno 2017 - «La priorità adesso è quella di individuare, dare la caccia e prendere i due rapinatori che sono fuggiti. L’iscrizione nel registro degli indagati di Daniele Ferretti è un atto necessario per assicurargli tutte le garanzie possibili di fronte ai prossimi atti irripetibili che faremo, a cominciare dall’autopsia fissata per venerdì mattina e dall’esame balistico».

 

E’ tutta qui, in questa frase del procuratore Alessandro Crini, la chiave dell’indagine per la tragica rapina di via Battelli, che ha lasciato dietro di sé due vittime: il gioielliere Daniele Ferretti, formalmente accusato, anche se per atto dovuto, di omicidio volontario, e il rapinatore Simone Bernardi, 43 anni, originario della provincia di Latina e scarcerato a marzo dal Don Bosco dove aveva finito di scontare una pena per reati specifici. Alle spalle una vita problematica e un futuro incerto. Lascia due figlie avute da una precedente relazione, anche se da tempo era legato stabilmente a una donna pisana che non ha alcuna pendenza con la giustizia.

La dinamica dei fatti è apparsa chiara al pm, Paola Rizzo, già dopo il sopralluogo di lunedì notte ed è stata confermata dalla visione delle immagini registrate dalla videosrveglianza del negozio: 20 secondi che testimoniano un confliotto a fuoco molto cruento che, secondo gli inquirenti, poteva avere esiti assai peggiori, ma che confermano pienamente che la reazione di Ferretti è stata una legittima difesa. Le telecamere che filmano sono due: una esterna, che immortala il bandito che fa il palo, e l’altra interna collocata dietro l’ingresso e che inquadra tutto il locale con il bancone posto lateralmente rispetto alla porta.

Le immagini mostrano due banditi, uno è Bernardi, disarmato ma a volto travisato da una calzamaglia. L’altro Giuliana Malucchi, la moglie di Ferretti, lo conosce di vista perché si era precedentemente finto un cliente pronto a fare degli acquisti. Lo riconosce dall’interno e gli apre la porta, una volta dentro lui estrae una pistola di piccolo calibro e gliela punta in faccia. Il marito è nel laboratorio sul retro, ma capisce subito che sta succedendo qualcosa di grave e arriva impugnando la sua Beretta. Le immagini sono senza audio e la sequenza degli spari non è chiara: alla fine si contano 8 bossoli. Sei colpi sparati da Ferretti e due dal rapinatore.

Due proiettili esplosi dalla pistola del gioielliere raggiungono Bernardi, quello mortale entra dal fianco sinistro, trapassa il cuore all’altezza del costato ed esce dal braccio destro, l’altro si conficca in un braccio. In 20 secondi è tutto finito. Gli altri due banditi fuggono a piedi abbandonando anche l’auto rubata il giorno prima a una giovane residente a Marina di Pisa. Sono tuttora ricercati.