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Meningite, analisi per chi si vaccina. "Cerchiamo i portatori sani"

L'assessore regionale Saccardi: "Siamo di fronte a un fenomeno nuovo che riusciamo ancora a spiegare poco" ma nega che si tratti di un'epidemia

Continua la profilassi anti-meningite

Firenze, 18 gennaio 2016 - "Stiamo cominciando a fare dei tamponi alle persone che si vaccinano contro la meningite, per valutare tutta la tematica dei portatori sani. Siamo in una materia in costante evoluzione, stiamo studiando, lavorando con l'Istituto superiore di sanita' per cercare di valutare ogni possibile implicazione e cercare di offrire una protezione il più efficace possibile, di fronte a un fenomeno che riusciamo a spiegare ancora poco e che colpisce la Toscana più delle altre regioni e più degli anni passati in zone anche abbastanza delimitate". Lo ha spiegato l'assessore regionale al Diritto alla Salute, Stefania Saccardi, a margine di una conferenza stampa. "Siamo di fronte a un fenomeno nuovo - ha proseguito - di fronte al quale stiamo lavorando ogni giorno, stiamo investendo risorse importanti perché sia i tamponi che la vaccinazione rappresentano un investimento pubblico importante. Ci auguriamo che da tutto questo lavoro esca un quadro un po' più preciso che ci possa aiutare ad affrontare il futuro".

Di fronte all'ultimo caso di meningite di tipo C, l'azienda sanitaria di Prato ha raccomandato la profilassi antibiotica anche alle persone vaccinate che fossero entrate in contatto con la paziente colpita. Ma per la Saccardi non si tratta di mettere in dubbio l'efficacia del vaccino. "La copertura individuale funziona. Il ragionamento fatto dall'azienda sanitaria era in relazione all'igiene pubblica, per rafforzare la possibilità di evitare contagi all'esterno. Non è solo nell'ottica della protezione individuale, ma anche così di tipo collettivo". In altre parole: l'Asl pratese avrebbe ritenuto di consigliare la profilassi anche ai vaccinati entrati in contatto con la paziente malata non perché temesse che si ammalassero loro stessi, ipotesi improbabile essendo coperti dal vaccino, ma che potessero diventare dei veicoli di trasmissione.

Del resto, "nessuno dei pazienti colpiti da meningite in Toscana era vaccinato", ha aggiunto l'assessore regionale, rispondendo a domanda specifica. "Su questo tema siamo a lavoro ogni giorno e ogni minuto - ha proseguito - Siamo in costante contatto con l'Istituto superiore di sanità e cerchiamo in tutti i modi di adottare le cautele e gli interventi possibili, affinché questi numeri siano sempre più contenuti".

Poi parole che sono destinate a far discutere: "Non siamo di fronte a un'epidemia - ha sostenuto - ma a numeri relativi perché parliamo di una quarantina di casi" dal 2015, "compresi anche quelli del 2016 rispetto a una popolazione di 3,5 milioni di abitanti". Un'affermazione che collide con le parole di medici, anche di alto profilo, che invece hanno espressamente parlato di epidemia (cioè di diffusione rapida di una malattia contagiosa in un territorio delimitato, con casi superiori alla media): è il caso di Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive all'ospedale Cisanello di Pisa, intervistato dalla Nazione nei giorni scorsi (CLICCA QUI PER L'INTERVISTA).