
Il presidente del Festival Pucciniano Fabrizio Miracolo insieme al sindaco Del Ghingaro
Torre del Lago (Lucca), 21 agosto 2025 – Il parco della musica che circonda il Gran Teatro Puccini si è arricchito in questi giorni di due immensi volti blu, che vanno ad aggiungersi alla sculture già presenti, non ultime quelle che compongono la mostra “A riveder le stelle” dedicata a Pietro Cascella, con i soldati di terracotta realizzati per Turandot e ispirati al famoso esercito cinese scoperto trent’anni fa. Le due statue, una maschile, l’altra femminile, furono realizzate da Igor Mitoraj nel 2002 per l’allestimento di Manon Lescaut a cura di Daniele De Plano, che verrà riproposto il 30 agosto prossimo come ultimo titolo del 71° Festival. “Quella di recuperare gli elementi scenici di quella Manon – spiega Fabrizio Miracolo, presidente della Fondazione Festival Pucciniano - è stata la prima delibera che ho licenziato appena assunta la carica. Ho voluto rafforzare il rapporto con Jean Paul Sabatier e l’Atelier Mitoraj in vista della prossima apertura del Museo Mitoraj perché tutta la Versilia possa dare la giusta importanza ad Igor”.
Un’ideale fusione delle arti nel nome di Puccini?
“Questi elementi scenici sono opere d’arte che compongono il patrimonio della Fondazione. La loro installazione intende preservare la memoria storica del Festival. Sono molto determinato nell’intento di recuperarne il maggior numero possibile dai magazzini per alimentare il museo a cielo aperto. La Fondazione rappresenta un’eccellenza e ha il dovere di condurre tutte le massime espressioni della cultura verso un comune denominatore: Puccini come elemento trainante per valorizzare la bellezza”.
La sua idea di una possibile copertura sul modello del teatro John Crosby dell’Opera di Santa Fe è concreta?
“Alcuni degli agenti delle più grandi stelle della lirica, Alessandro Ariosi e Gianluca Macheda, me ne hanno parlato e ho fatto una riflessione. Non è semplice mantenere il teatro con gli incassi di due mesi di attività. Mirando a far camminare il Festival con le proprie gambe, bisognerebbe ampliare la programmazione oltre la stagione estiva. Ho verificato la possibilità di realizzare una struttura simile a quella del teatro americano a Torre del Lago consultando architetti e ingegneri che mi hanno confermato che, trattandosi di strutture leggere e trasparenti, il progetto ha una sua concretezza. Non penso soltanto a una copertura in caso di pioggia, ma anche ad eventuali sistemi di riscaldamento che lo renderebbero fruibile tutto l’anno”.
Altri motivi di soddisfazione?
“Abbiamo da tempo presentato il cartellone 2026 e già venduto qualche migliaio di biglietti. Vorrei invitare il presidente Giani a fare un giro del teatro per dimostrare che Viareggio non è solo il Carnevale, e che la programmazione del nostro Festival è al passo con quella dei più grandi teatri del mondo”.
Chiara Caselli