Quando ho iniziato a sognare un viaggio in Giappone avevo la convinzione che mi sarei innamorata di Kyoto e dei suoi templi, lasciando a Tokyo il ruolo di capitale fredda e lontana dal mio essere. Per fortuna il viaggio riserva sempre delle sorprese e, nonostante non sia stato amore a prima vista, Tokyo ha sparigliato i miei pregiudizi fino a prendersi uno spazio d’onore nei miei ricordi.
L’immagine attraverso la quale ho fatto la prima conoscenza della moderna capitale del Giappone è Asakusa, un’area sorta intorno a uno dei templi buddisti più conosciuti e frequentati della città, il Senso-ji. Per arrivare al tempio si passa attraverso la porta del tuono con una gigantesca lanterna appesa e si affianca una stupenda pagoda a cinque piani: arrivarci col buio in una fredda notte di dicembre ha aumentato la suggestione. Qui, immedesimandomi nelle tradizioni locali, ho interrogato la sorte estraendo un omikuji, un biglietto della fortuna: quelli annodati alle griglie fuori dal tempio sono le predizioni negative di cui i giapponesi desiderano disfarsi.
Tokyo è un insieme di entità diverse, ognuna con un carattere a sé: ecco perché spostandoci ad Akihabara sembra di atterrare su un altro pianeta fatto di circuiti elettrici e manga, di action figure e di qualsiasi oggetto elettronico possa venire in mente. La patria dell’intrattenimento è un susseguirsi di sale giochi e maid cafè: mentre le prime danno il mal di testa anche solo a guardarle da fuori per la musica alta sparata fino in strada, i secondi sembrano usciti da un cartone animato con ragazze mascherate da cameriere e vestite di pizzi.
Lo Shibuya Crossing, l’incrocio più trafficato al mondo, va a inserirsi nella Tokyo più iconica: qui, a ogni semaforo verde, una fiumana di gente si riversa sulle strisce pedonali muovendosi all’unisono per poi sparpagliarsi in tutte le direzioni. Nei paraggi si trova anche la famosa statua di Hachiko, il fedele cane che ha aspettato il padrone fuori dalla metropolitana anche anni dopo che questo era morto. Per la Tokyo dei neon, dell’esagerazione e della folla è a Shinjuku che dovete recarvi. Dal Tokyo Metropolitan Governement Buiding ai minuscoli bar di Golden Gai c’è sempre qualcosa di stravagante da fare.