DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

La sostenibilità ambientale è qui: "Paradis agricole" apre le porte

Alain Cirelli svela i segreti dell’azienda di via Bugneta. Un’oasi naturale che dà lavoro ad oltre venti persone

Otto anni fa non c’era quasi nulla. Giusto un casolare settecentesco, campi incoltivati da un decennio, cinque olivi e un caco. Ci è voluto lo sguardo lungimirante dell’imprenditore italofrancese Alain Cirelli e del compagno Laurent, unita alla passione per Pietrasanta e la Versilia, per creare un’oasi nella campagna incastonata tra il quartiere Africa e l’autostrada. Oasi di pace, esempio di efficienza e sostenibilità ambientale, nonché ossigeno per l’occupazione. Oltre venti persone lavorano oggi al "Paradis Agricole", in via Bugneta, azienda che ieri ha aperto le porte per presentare i frutti del maxi investimento di Cirelli – ben 7 milioni di euro – spalmati in 9 ettari di terreno dove convivono in simbiosi opere d’arte, animali e natura.

"Qui c’era il deserto – ha raccontato l’architetto paesaggista francese Jean Mus – e Alain mi disse subito di voler fare qualcosa di speciale. L’idea era riprendere gli scenari più belli del mondo: la Toscana e la Provenza. Per lui è una filosofia di vita". Cirelli, che ha ricordato di aver sentito "un bel sapore tra mare e monti" fin da quando negli anni’90 cominciò a frequentare la Versilia, ha annunciato che presto arriverà anche una vigna, lato autostrada. Completando un mosaico fatto di 1.300 olivi, 150 pini e altrettanti cipressi, lavande e alberi da frutto, per un totale di 4mila piante. Un "ritorno alla natura", hanno sottolineato l’agronomo Alessandro Marino Merlo, il responsabile agricolo Filippo Francesconi e l’apicoltore Sandro Gori nell’illustrare un mondo che include mezzo milione di api, centinaia di animali (conigli, galline, pecore, asini, maiali, oche), 4mila metri quadri di serre con tanto di palestra e gipsoteca e una coltivazione biologica. E tanta sostenibilità, vedi il risparmio di anidride cabonica e dell’acqua: all’agriturismo si usano solo 11 litri per una doccia.

Daniele Masseglia