REDAZIONE VIAREGGIO

Violenza sessuale su un ragazzino di 15 anni, maxi condanna

L’imputato dovrà scontare sette anni inflitti dal Tribunale di Lucca anche per estorsione nei confronti della vittima che aveva 15 anni

Violenza sui minori (immagine d'archivio)

Viareggio, 18 aprile 2022 - E’ stato condannato a sette anni per violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo ed estorsione un 24enne di origine rumena, da anni residente tra la Lucchesia e la Versilia, commessi su un ragazzino versiliese all’epoca 15enne. I fatti risalgono infatti a maggio del 2020 e ad emettere la sentenza è stato il Tribunale di Lucca in forma collegiale (Presidente Genovese, a latere Dal Torrione e Barbieri).

Ora il condannato è agli arresti domiciliari e può uscire di casa solo per recarsi al lavoro. "E’ una sentenza pesante ma per i fatti successi e provati è una sentenza giusta. L’adolescente e la sua famiglia sono ancora sotto choc", commenta l’avvocato Angela Grasseschi, che assiste il minore assieme al collega Gabriele Parrini. Secondo quanto ricostruito, il 15enne sarebbe stato costretto a prestazioni sessuali dal maggiorenne negli anfratti della pineta di Viareggio. Tutto è nato con l’iscrizione all’app Grindr (rivolta a un target maschile gay e bisessuale) del minorenne, nella quale il 24enne si è presentato come un gigolò per tentare di allacciare un rapporto. "Il ragazzino era andato su Grindr per curiosità, l’uomo l’ha riconosciuto e sono quindi iniziati i ricatti, per non svelare l’omosessualità, con richieste e consegne di vestiti firmati, da Balenciaga a Gucci, fino a telefonini", prosegue la Grasseschi. Dopo ciò sarebbe seguito un incontro durante il quale si è consumato il primo episodio di violenza sessuale. Le conversazioni sono andate avanti su Instagram, dove è nato il secondo incontro, al quale ha partecipato anche un altro ragazzo. Insieme hanno costretto il minorenne a un rapporto di gruppo e lo hanno ripreso con il cellulare, minacciando di diffondere il video se l’adolescente non avesse sborsato 2000 euro.

Il ragazzino, distrutto psicologicamente, si è confidato con la madre che si è rivolta ai Carabinieri, che sono riusciti ad incastrare il ricattatore organizzando un incontro nel quale il giovanissimo ha dato 100 euro al suo aguzzino. Intanto è stato individuato anche il complice, che sarà processato a parte. I legali del 24enne hanno difeso l’imputato parlando di “una prestazione consenziente cercata tramite l’iscrizione a una chat d’incontri dalla stessa vittima” e che il 24enne non sarebbe un predatore sessuale, ma un gigolò con il quale la vittima aveva pattuito una prestazione. Versione alla quale il Collegio non ha creduto.

D.P.