
Lucia Taddei coordinatrice dell’iniziativa per i cittadini che arrivano da paesi lontani alla ricerca di una nuova vita e di un domani diverso. Sul territorio vivono 36 persone seguite da Odissea e Arci Toscana.
Gli occhi azzurri di Lucia Taddei e lo sguardo si illuminano di quella volontà che nasce dallo svolgere il lavoro con professionalità e con quella passione che diventa preziosa quando si lavora con le persone e con vite, esistenze che spesso sono dolorose e complesse. Lucia Taddei coordina uno staff di 8 persone impegnate nel progetto Sai, il sistema di accoglienza e integrazione, il programma nazionale italiano che mira all’integrazione le persone come richiedenti asilo o rifugiati nel tessuto sociale, di cui dal 2018 a Viareggio è titolare il Comune e fa riferimento all’assessore Sara Grilli. Lucia Taddei è il volto della cooperativa sociale "Odissea" che con Arci Toscana gestisce sul territorio questo percorso delicato finalizzato a dare dignità e decoro e un lavoro a chi lascia alle spalle un passato difficile e vuole riscattare la propria vita e il proprio futuro. Lucia Taddei, con sensibilità e in punta di piedi racconta alla Nazione questa esperienza, è la coordinatrice del progetto, che condivide con gli operatori professionali Anna, Laura, Chiara, Viannai, Luna, Fabio, Alessandro e Filippo affiancati nell’insegnamento della lingua italiana d Michela, Sara e Tommaso. Nel suo cuore e nel cuore dei colleghi, cento, mille storie che custodiscono con riservatezza assoluta, perché il loro obiettivo è rivolto alle persone.
"Abbiamo a disposizione un arco di tempo dai 6 mesi a un anno per accogliere e integrare percone che lasciano o che sono costrette a lasciare i propri paesi di origine per i motivi più disparati, persone che rientrano nel progetto Sai, il sistema di accoglienza e integrazione, il programma nazionale italiano finalizzato a dare un servizio alle persone richiedenti asilo o rifugiati nel tessuto sociale. La nostra sede è al Varignano"
Quante persone accogliete?
"In questo momento abbiamo 36 persone: sono 30 uomini singoli e una famiglia. Le famiglie che abbiamo accolto nel corso degli anni possono essere composte da un nucleo di sei persone. Sono persone che godono della protezione internazionale e che hanno permessi di soggiorno con caratteristiche diverse".
Dove vivono queste persone?
"In appartamenti sul territorio viareggino e versiliese. Arrivano dai paesi asiatici e dai paesi africani. Nei primi anni del servizio abbiamo accolto persone nella fascia di età dai 30 ai 40 anni, oggi accogliamo giovani dai 20 ai 25 anni. Persone che attraverso il nostro percorso non sono più persone "invisibili", ma cittadini che si sono integrati e che hanno davanti un futuro"
Dal 2018 a oggi quante persone avete seguito?
"Abbiamo seguito 160 persone. Il programma Sai eroga dei servizi e chi viene inserito nel programma deve attenersi alle indicazioni degli operatori; è un percorso serio che vuole accogliere e integrare le persone attraverso passaggi importanti come l’alfabetizzazione della lingua italiana, come essere autonomi nell’acquisizione dei percorsi essenziali come quello sanitario e come la gestione di un appartamento. Il nostro staff è multidisciplinare".
Quante delle persone che avete seguito sono rimaste in Italia?
"Quarantadue delle quali una ventina vivono in Toscana, tra Viareggio, Massa e Pisa. Sono concittadini, lavorano e vivono qua. Abbiamo avuto anche ricongiungimenti familiari".
Quale rapporto si instaura tra il vostro staff e i beneficiari di protezione internazionale?
"E’ un rapporto professionale che comprende un percorso volontario che ha un obiettivo preciso: integrarsi attraverso l’accoglienza. Chi lo intraprende sa che non è una forma di assistenzialismo: eroghiamo servizi con delle regole. E’come salire su un’imbarcazione che traghetta chi sale sulla terraferma", racconta Lucia. Gli i occhi si illuminano, il cuore batte forte, perchè su quella "barca" salgono profughi e scendono concittadini.
Maria Nudi