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Villa confiscata, tutto da rifare

La Cassazione annulla la condanna a Di Cicco, cognato dell’ex boss Maniero. Il caso torna in Appello

E’ tutta da riscrivere la vicenda del sequestro di una villa di Marina di Pietrasanta dopo che la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna a carico di Riccardo Di Cicco, cognato di Felice Maniero, ex boss della Mala del Brenta e oggi collaboratore di giustizia. De Cicco, odontoiatra di Fucecchio, è indagato per riciclaggio dopo esser stato denunciato nel 2016 da Maniero alla Procura di Venezia con l’accusa di aver riciclato il suo “tesoro“, provento di crimini, senza restituirglielo.

Le successive indagini della Finanza avevano portato gli inquirenti a ritenere sproporzionati gli investimenti immobiliari di Di Cicco, ossia l’acquisto di tre ville di lusso a Santa Croce sull’Arno, Fucecchio e Marina di Pietrasanta tra il 1985 e il 2010, e il suo reddito. La villa di Marina di Pietrasanta, in particolare, era stata acquistata nel 2004 con un mutuo per 945mila euro. Da qui l’accusa all’odontoiatra di aver usato i soldi di Maniero per investire nel mattone, fino alla confisca dei tre immobili avvenuta nel febbraio 2017 e il successivo arresto di Di Cicco, poi condannato a 4 anni di reclusione e 10mila euro di multa. Ma la Cassazione sostiene che ci siano aspetti legati ad alcuni episodi di riciclaggio e ad alcuni beni confiscati che vanno chiariti, annullando così la sentenza e rinviando gli atti a un nuovo processo di secondo grado alla Corte d’appello di Venezia.