I cent’anni di Vera, eroina della Resistenza

Martedì cade il secolo dalla nascita della partigiana, anima di "Radio Rosa". Ma le istituzioni locali sembrano essersene dimenticate

Vera Vassalle in sella alla sua bici sul molo di Viareggio

Vera Vassalle in sella alla sua bici sul molo di Viareggio

Viareggio, 19 gennaio 2020 - Quando suo cognato Manfredo Bertini le chiese di attraversare il fronte per prendere contatti con gli Alleati, la prima reazione di Vera Vassalle fu di sorpresa: perché proprio lei, con poca esperienza politica alle spalle? Perché proprio lei, con quella gamba malconcia a causa di una poliomielite che la colpì quando era ancora una ragazza?

Era da poco passato l’otto settembre 1943 e a Viareggio le prime bande partigiane si stavano organizzando per salire in montagna. Serviva qualcuno che avvertisse gli alleati e facesse da collegamento tra l’Italia liberata e l’Italia ancora occupata dai nazifascisti. E chi meglio di lei, che mai avrebbe destato sospetti, che difficilmente sarebbe stata bloccata e perquisita nei posti di blocco?

Vera partì una mattina di metà settembre. Iniziò così la missione "Radio Rosa", che cambiò la sua vita e il destino della Resistenza Italiana. Martedì 21 gennaio Viareggio ricorda il centenario della nascita di Vera Vassalle, una delle 17 donne partigiane in Italia a cui è stata conferita la medaglia d’oro al valore militare. Vera era piccola di statura, camminava con difficoltà. Eppure la sua vicenda insegna come la fragilità sia solo un concetto relativo e che i limiti possono essere spostati un po’ più in là, se si è spinti da una grande forza interiore, se c’è un ideale a guidare le proprie scelte.

Nel suo viaggio verso il fronte alleato, Vera si spostò dalla Campania alla Puglia, dalla Sicilia alla Corsica. Imparò a usare la radio, a trasmettere messaggi con codici cifrati. Rientrò in Toscana nel gennaio del 1944 con un sommergibile inglese che la sbarcò sulle coste vicino a Orbetello. Radio Rosa divenne il mezzo attraverso cui i partigiani comunicarono con gli alleati. In pochi mesi vennero inviati oltre trecento messaggi dai quali scaturirono sessantacinque aviolanci di armi e di rifornimenti a brigate partigiane della Versilia e della Toscana.

E se le istituzioni locali sembrano essersi dimenticate di lei (solo l’Anpi martedì mattina alle 11 depositerà una corona di fiori nel cortile della scuola elementare a lei intitolata, al quartiere Marco Polo), a noi piace ricordare Vera con la foto che più di tutte la rappresenta: in sella alla sua bicicletta lungo il molo della sua Viareggio, sorridente come quella libertà che anche grazie a lei abbiamo riconquistato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA