GAIA PARRINI
Cronaca

Una mattina in tabaccheria. Storie di vita e sketch surreali. Come se fossimo sul set di Verdone

C’è il pensionato multato per aver pagato il biglietto extraurbano (anziché l’urbano) per andare al “Versilia“. Ma anche la signora che passa la giornata a giocare i numeri al lotto e il vecchietto che ricorda i primi concerti.

Tic, fissazioni, ossessioni, espressioni buffe e modi di dire, sembra di essere in un film di Carlo Verdone, e siamo invece in una delle tante tabaccherie della città. L’accento non è quello romanesco dei personaggi delle commedie del regista, ma è toscano, aspirato, viareggino. Attori sconosciuti che non appaiono sul grande schermo ma sul palcoscenico della vita reale: pedanti, logorroiche, paranoiche, simpatiche, curiose e goffe, sono le maschere che ogni giorno attraversano le soglie dei tabacchi.

Un pacchetto di sigarette, un gratta e vinci, una partita alle slot machine, una al lotto e così via per un’intera mattinata, o persino per un’intera giornata. A raccontare, tra il rumore delle monete che dalle macchine scendono vittoriose, lo sguardo silenzioso di chi quelle monete le ha perse e la voce meccanica che dai computer dà i numeri, peripezie, avventure, o fatti di una vita. Chiacchiere da bar, o meglio, da tabaccheria.

"Sai, ai miei tempi, anche io ci andavo…" esordisce, con uno sdentato ma gaio sorriso, un cliente abituale che in attesa della signora di fronte a lui, alla quinta giocata contro la fortuna nel giro di venti minuti, osserva il cartellone degli spettacoli e dei concerti in programma nei prossimi mesi, con in una mano gli spiccioli racimolati nelle tasche e nell’altra una sigaretta. Neil Young, Lucio Dalla, il 1982 e lo Stadio dei Pini, quando lui aveva 17 anni e con le prime paghe riusciva a comprarsi i biglietti. "Poi sono diventato un po’ mattuccio – racconta sempre con il viso e gli occhi ridenti – e passo il mio tempo qui". Chi, tra una partita e l’altra, guarda e narra, con sguardo malinconico e affettuoso, il suo passato a estranei, tabaccai e amici consumatori. Chi, in fila, ascolta silenziosamente. E chi, dei pochi metri quadri del negozio, ne fa teatro, mettendo in scena avventure e disavventure, proprie e di chi li circonda. Dal biglietto dell’autobus sovrapagato (per andare all’ospedale Versilia) e venduto dallo stesso tabaccaio, che, oltre al danno la beffa, aveva causato una multa ("un occhio lo poteva anche chiudere il controllore visto che hai pagato di più anziché di meno", commenta sarcastico un altro avventore) ai traguardi e i successi di figli e nipoti.

Una moltitudine di facce, di storie e vissuti, che dei film di Carlo Verdone avrebbero potuto esserne davvero protagoniste. E che, come protagonisti "verdoniani", tra un pacchetto di sigarette e un biglietto della fortuna, dopo aver provato e fatto tutto, o niente, guardano al mondo con un occhio dotato di una poesia e una saggezza, spesso inaspettate e singolari.