
Superato lo stretto passaggio lungo la bocchetta tra le darsene Italia e Europa, si entra nel cantiere Francesco Del Carlo, e d’un tratto ci ritroviamo indietro di almeno 60 anni, nella Viareggio darsenotta dei cantieri del legno. Qui si lavora esattamente all’opposto di quanto avviene nei cantieri moderni, quelli dell’acciao, dell’alluminio, della vetroresina. I due fratelli Guido e Marco Del Carlo vantano un titolo ormai raro, quello di “maestri d’ascia”, e proseguono l’attività inaugurata dal padre Francesco nel 1963.
"Sì, noi teniamo molto a proseguire al meglio questa attività artigianale, che ci ripaga professionalmente, ma che sopratutto amiamo – dicono – perchè le barche in legno hanno un’anima, una storia vera, una tradizione da difendere, siano da diporto o da lavoro".
Ma quanti sono in Italia i cantieri come il vostro che lavorano il legno?
"Cinque o sei, noi compresi – afferma Marco – . Si va dall’Argentario a Valdettaro a La Spezia, da Napoli a Monfalcone, da Cervia alla Puglia. Mi riferisco a quelli strutturati come noi, che abbiamo tre scali per alaggi e vari, capannoni per le riparazioni importanti e per il rimessaggio. Manteniamo viva una tradizione secolare che fece di Viareggio uno dei migliori siti per la costruzione, in Italia, delle barche in legno".
I Del Carlo vantano una grande cultura sui vari tipi di essenze per la nautica: abete bianco, abete rosso, frassino, iroko, mogano, quercia, teak, legni “dolci” e “duri” che si adattano nelle sapienti mani degli artigiani per essere lavorati per strutture, alberature, travi, arredi interni.
"Una delle barche più importanti e conosciute – dice Guido Del Carlo – è sicuramente “Stella Polare” nave scuola della Marina Militare che abbiamo qui sullo scalo. Per noi è un vanto poter lavorare sull’imbarcazione progettata da“Sparkman e Stephens” a New York e costruita nei cantieri Sangermani di Lavagna tra il 1964 e il 1965. Si tratta dell’eccellenza italiana nel nostro campo, e faremo il massimo per riportarla allo splendore iniziale".
Qualche lavoro particolare?
"Stiamo facendo tornare allo stato originale “Lo Spray”, un motorsailer progettato da Franco Anselmi Boretti e costruito da Picchiotti nel 1960 a Limite sull’Arno, in mogano, e con una bella sovrastruttura di teak. Per noi è la barca che più di ogni altra rappresenta la nautica viareggina".
Quali altri gioielli sono passati dal vostro cantiere?
"Abbiano avuto in restauro altre importanti barche storiche provenienti dagli Stati Uniti e dal Nord Europa, Regno Unito in testa. Così come – prosegue Guido – abbiamo lavorato su diversi motoscafi Riva già datati, altra eccellenza italiana in assoluto. Ora sullo scalo c’è anche il motoryacht “Red” , barca dei cantieri scozzesi Silver, varata nel 1948".
Walter Strata