MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Un sogno spezzato. Marco muore a 32 anni in uno scontro fatale. Aspettava il primo figlio

Il giovane stava andando al lavoro in moto quando è avvenuto l’incidente. Drammatico l’impatto contro un furgoncino lungo la via Provinciale. Una vita intensa tra famiglia, volontariato e negli hangar con Allegrucci. .

Il giovane stava andando al lavoro in moto quando è avvenuto l’incidente. Drammatico l’impatto contro un furgoncino lungo la via Provinciale. Una vita intensa tra famiglia, volontariato e negli hangar con Allegrucci. .

Il giovane stava andando al lavoro in moto quando è avvenuto l’incidente. Drammatico l’impatto contro un furgoncino lungo la via Provinciale. Una vita intensa tra famiglia, volontariato e negli hangar con Allegrucci. .

Una felicità costruita un pezzettino alla volta; sempre incoraggiata dai genitori, condivisa con gli amici, tantissimi, ed esplosa insieme a quell’amore immenso arrivato con Martina; coronato con una promessa, “per sempre“, scambiata lo scorso settembre con una festa bellissima. Era felice Marco Riccomagno, in fondo anche della sveglia che ieri, come ogni mattina, era suonata all’alba. Per andare al lavoro, a Bicchio, in una ditta della nautica, dove faceva il saldatore. Perché alla fine ogni sacrificio sarebbe servito per costruire presto, insieme a Martina, una casa più grande, dove accogliere un dono immenso: l’arrivo di un bambino, il loro primo figlio, atteso tra pochi mesi. Era davvero felice Marco, e ci facevo caso, perché non c’era nient’altro che desiderasse.

Ma sulla Provinciale a Capezzano, imboccata da Marco in sella alla sua motocicletta, è successo l’irreparabile. Tutti i sogni di una vita, piena di affetti, di progetti, di futuro, si sono infranti nello scontro con un furgone che si è immesso sulla strada dalla via Masini. Immediati i soccorsi, prestati subito da un volontario della Misericordia di Capezzano che transitava in zona per un servizio. Poi l’arrivo dell’ambulanza della MiseLido e dell’India, e la corsa disperata verso l’ospedale “Versilia“ dove si è consumato il più ingiusto degli epiloghi. Il cuore, forte, allegro e generoso di Marco ha smesso di battere. E la notizia è piovuta sulla Versilia come un temporale. Spegnendo di colpo il sole.

“Marchino“, come lo chiamavano gli amici a dispetto di un fisico vigoroso, da tiratore di fune al Palio di Camaiore, lo conoscevano da Viareggio a Forte dei Marmi. Addosso aveva l’argento vivo, sin dai tempi delle elementari in via Trieste. Una sorta di super potere "che gli consentiva di essere presente ovunque, per chiunque" racconta chi gli era vicino. Presente nelle faccende di tutti i giorni e anche nelle urgenze, con la divisa da volontario per le pubbliche assistenze della Versilia e della Protezione Civile per le grandi emergenze. C’era sempre Marco, per le persone più care, per i colleghi, e anche per chi non conosceva.

Cresciuto tra Lido e Viareggio, dopo il diploma al Piaggia Marco ha cominciato a lavorare col papà, Andrea, nel negozio di riparazioni per gli elettrodomestici sulla via Italica a Lido. Nel frattempo, legato da un’amicizia fraterna con Gabriele Galli, storico carpentiere del Carnevale, è entrato anche nel mondo dei coriandoli. Dietro le quinte, ha accompagnato come maestranza il carrista Jacopo Allegrucci nella scalata dalla seconda categoria fino all’Olimpo della cartapesta. Condividendo la passione per il Carnevale, e non solo, anche con la mamma, Mariella, che insieme a Marco Pierini fa danzare le coreografie del gruppo. Ma il ballo più bello, di cui resta una dolcissima traccia sui social, è stato quello, cuore a cuore, fatto tra madre e figlio, tra Mary e Marco, lo scorso 14 settembre. Il giorno del matrimonio con Martina.

Insieme a loro, dalla scintilla di quel primo sguardo, quel giorno si sono unite anche due famiglie. Marco è stato accolto in casa di Martina, dal suoceri Diego e Antonella, come un figlio. E come un fratello da Giulia. Così si è allungata la tavola apparecchiata per i natali, per i compleanni e per ogni festa. Ogni occasione, in quella grande e affiatata famiglia, era quella giusta per passare del tempo tutti assieme. Lo testimoniano decine di fotografie, di sorrisi larghi e abbracci stretti.

Era felice Marco, lo raccontavano i suoi occhi. Fino all’alba di ieri.

Una carezza nel letto sul grembo materno della compagna, un caffè preso di fretta, la promossa di un weekend al mare e poi via, in strada, per andare a lavoro. Su quella strada maledetta che ha sconvolto tutta quella felicità, costruita un pezzettino alla volta. Mancava l’ultimo: stringere quel bambino che avrebbe trasformato Marco in un papà. Lo sarà comunque, da qualche parte, in qualche forma. Perché “Marchino“ aveva un superpotere, sapeva esserci. Sempre.