
Twiga (Marina di Pietrasanta)
Viareggio (Lucca), 11 maggio 2020 - E' uno dei locali più conosciuti della Versilia by night e nell'elenco dei top del mondo. E la sua giraffa è il simbolo di un modo tutto glamour di fare vacanza al mare. Il Twiga - discoteca, ristorante e stabilimento balneare al confine fra Marina di Pietrasanta e Forte dei Marmi "inventato" quasi vent'anni fa da Flavio Briatore - è insomma uno dei luoghi più iconici della movida versiliese. Ma anche una delle aziende più colpite dall'emergenza coronavirus. "Fortunatamente non siamo solo discoteca - spiega Mario Cambiaggio, amministratore del Twiga - e dunque dal primo giugno contiamo di ripartire comunque con lo stabilimento balneare e con il nostro bar ristorante. Ma la discoteca, specie così come l'abbiamo sempre immaginata, resterà un ricordo fino a quando il virus non sarà definitivamente sconfitto". L'industria del divertimento è una di quelle maggiormente messe in ginocchio dall'emergenza Covid. Soltanto il Twiga, lo scorso anno, ha dato lavoro a 110 persone assunte direttamente e ad altre 40 impiegate nella sicurezza e nella pulizia del locale. Oltre ad un indotto variegato di fornitori di prodotti e servizi. "Quest'anno - prosegue Cambiaggio - saremo costretti a dimezzare il personale. E sara' necessariamente limitato anche il periodo, visto che solitamente noi apriamo ad aprile e quindi la prima parte della stagione e' gia' andata perduta".
Come sarà allora il Twiga ai tempi del coronavirus? Al momento anche qui si stanno aspettando disposizioni piu' precise da parte del governo. "Personalmente pensiamo ad un Twiga dove si possa cenare e intrattenersi fino a tarda ora magari ascoltando musica dal vivo ma mantenendo il distanziamento sociale e tutte le precauzioni per evitare assembramenti. L'invito che possiamo fare come operatori del settore a chi deciderà le modalità delle riaperture - spiega però Cambiaggio - è quello di considerare che se si permette alle persone di trascorrere le vacanze al mare, bisogna anche dare loro in qualche modo la possibilità di socializzare. E allora chiedo: meglio che questa socializzazione la si faccia in locali dove si fanno rispettare le regole oppure lasciare che tutto avvenga spontaneamente, senza regole, con scene simili a quelle viste sui Navigli a Milano? Al di là delle motivazioni economiche, che indubbiamente ci sono, credo che il problema vada visto anche da un punto di vista sanitario. E allora locali come il nostro possono essere uno strumento valido di contenimento". E la discoteca vera e propria? I tempi non sono ancora maturi. "La discoteca come la intendiamo tutti - conclude Cambiaggio - non è compatibile con le norme di distanziamento sociale. I locali da ballo sono assembramento, affollamento, occasione di incontro. Credo che potremo rivedere una discoteca in funzione solo quando il virus sarà definitivamente sconfitti. Speriamo solo che sia il prima possibile..."