Sappiamo che in mare nuotano 700 razze diverse di pesci commestibili e che noi ne mangiamo all’incirca il 10%. Il resto, una volta pescato, viene ributtato in mare semplicemente perché è brutto o difficile da pulire. E’ il pesce povero che noi abbiamo ribattezzato pesce nobile, infatti è un autentico signore: costa poco ed ha un elevato potere nutraceutico.
E allora cerchiamo di conoscere più da vicino alcuni di questi pesci. Poi, bisogna non avere remore nel domandare al nostro pescivendolo o al banco del supermercato questi incredibili pesci nobili. E’ la domanda che genera l’offerta. Se tutti insieme cominciassimo a chiedere: la torpedine, l’aguglia, il sugarello, la razza… il mare ci ringrazierebbe, ma anche le nostre tasche e alla nostra salute.
Cari lettori vi presento sua eccellenza la torpedine o pinastrello o pottino è lunga al massimo 60 centimetri, è un pesce di colore bruno con macchie blu e nere, ha forma schiacciata e due piccoli occhietti posti sul dorso. Si chiama così perché è un pesce "elettrico", capace di darti la scossa grazie a due organi situati nella parte anteriore del corpo. Le scosse elettriche vengono utilizzate come difesa e per paralizzare le prede che poi mangerà. Ne esistono diverse specie; la torpedine ocellata è il rappresentante più noto della famiglia, vive nel Mar Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, è brutta, ha carni magre e un sapore eccezionale. Costa pochissimo e si trova praticamente tutto l’anno.
E dopo la torpedine ecco un altro pesce nobile: l’aguglia è semplicemente straordinaria, ma ha un difetto che l’ha messa erroneamente fuori mercato: in cottura le sue lische assumono un colore verde, non bello a vedersi, ma del tutto innocuo. Appartiene alla categoria dei pesci azzurri, i suoi filetti sono regolari e senza lische e ha un corpo affusolato con il muso appuntito. La sua lunghezza varia dai 40 agli 80 centimetri. E’ buona in umido e, se è di piccola taglia, può essere fritta. Il suo periodo va da agosto a settembre, fino a che non arrivano le grosse mareggiate.
Poi c’è il sugarello, la razza, la mustella, il parago, la gallinella che comincia ad entrare sui banchi insieme alle squisite ali di razza. Ma di questi pesci ne parleremo la prossima settimana.
Fabrizio Diolaiuti