Teschio umano trovato davanti piazza Mazzini

La macabra scoperta fatta attorno a mezzogiorno da un uomo che stava facendo due passi sulla spiaggia vicino a riva

Migration

Il mare ha portato di tutto sulla spiaggia nei giorni scorsi. Ma certamente chi ieri mattina, approfittando della bella giornata di sole, è andato a fare due passi lungo la battigia, non si aspettava di incappare in un teschio umano. Era semicoperto da rami e lavarone, proprio davanti a piazza Mazzini, a pochi metri dalla riva. Una macabra scoperta su un tratto di spiaggia che d’estate pullula di vacanzieri e amanti della tintarella.

Attorno a mezzogiorno di ieri un uomo l’ha notato e ha dato l’allarme, facendo intervenire la polizia. Il teschio è stato così raccolto, repertato e tolto alla vista dei numerosi passanti e curiosi che a quell’ora si trovavano in spiaggia. Spetta adesso al magistrato di turno conferire l’incarico a un patologo perché analizzi il teschio in modo da offrire agli investigatori dati certi su cui lavorare. Al momento, a una prima ricognizione esterna da parte del medico, sembra certo che si tratti di un teschio umano. E’ ben conservato fatta eccezione per la mandibola che è mancante. E senza i denti della parte inferiore un eventuale identificazione diventa ancora più ardua. Sempre a una prima ricognizione esterna sembra che non ci siano segni evidenti di violenze subite: non ci sono perforazioni da arma da fuoco né lesioni alle ossa.

Qui finiscono i pochi punti fermi e iniziano le supposizioni. Non si può sapere se si tratta di un uomo o una donna, né che età approssimata potesse avere. Insomma un bel rompicapo per gli investigatori del commissariato di polizia che per prima cosa faranno una comparazione con gli elementi che hanno delle persone scomparse nei mesi e negli anni precedenti. Ma la ricerca rischia di essere davvero problematica. La vittima potrebbe essere rimasta in mare alcuni mesi, o addirittura alcuni anni o decenni. Potrebbe provenire da qualsiasi parte del Mediterraneo ed essere arrivata qui da noi per uno strano gioco delle correnti. Potrebbe essere una vittima del mare, oppure quella parte di scheletro umano potrebbe essere stato strappato alla terra di sepoltura da un fiume in piena. Nei mesi e negli anni passati. Magari era rimasto per tanti anni sotto i fondali marini ed è stato riportato a galla dalle ultime mareggiate o, inavvertitamente, dalle reti dei pescherecci.

L’unica certezza è che gli investigatori di polizia non lasceranno niente al caso per cercare di dare un nome e un volto a questa vittima sfruttando le più moderne tecnologie a disposizione. Per questo il teschio potrebbe essere mandato a Roma in una speciale unità di patologia gestita dalla polizia scientifica per essere esaminato con scrupolo investigativo da esperti del settore. In grado anche di aver accesso a una banca dati nazionale di persone scomparse.

Paolo Di Grazia