Terremoto scuola. Gli accorpamenti scuotono i comuni: "Daremo battaglia"

Quattro istituti, di cui due in Versilia, hanno perso l’autonomia. Sotto choc Stazzema e Pietrasanta, dove sta nascendo il nuovo polo.

La mannaia è calata nel tardo pomeriggio di lunedì con la delibera della giunta regionale che ha dato il via libera dall’anno scolastico 2024-2025 all’accorpamento di 15 istituti scolastici sui 470 esistenti in Toscana. Tra questi 15 ce ne sono quattro in provincia di Lucca, ossia tre istituti comprensivi – quello di Bagni di Lucca, il “Puccini“ di Pescaglia e il “Martiri di Sant’Anna“ di Stazzema – e uno superiore, il Don Lazzeri-Stagi di Pietrasanta. Non senza polemiche e battaglie giudiziarie. Il dimensionamento del sistema scolastico regionale è figlio del decreto con cui il 30 giugno i ministri dell’istruzione e dell’economia hanno ridotto l’organico dei dirigenti scolastici per il triennio 2024-2027, stabilendo per la Toscana un progressivo calo da 455 a 446 unità. L’assessore regionale Alessandra Nardini ha cercato ogni strada – compreso un ricorso alla Corte Costituzionale e uno al Tar del Lazio – per contrastare la scelta fatta dal governo Meloni, ma invano. Pertanto, come disposto dalla delibera approvata lunedì dalla giunta regionale, le istituzioni candidate agli accorpamenti sono quelle con un numero di alunni inferiore a 600, limite che si riduce a 400 nel caso dei comuni montani (come Stazzema). Il tetto massimo dei nuovi istituti, invece, non dovrà superare quota 1.600 alunni.

Delusione e amarezza da parte dei tre sindaci Andrea Bonfanti (Pescaglia), Paolo Michelini (Bagni di Lucca) e Maurizio Verona (Stazzema): "Il dato della tabella compilata dalla Agenzia per la coesione territoriale è fuorviante e non rispecchia il vero grado di disagio dei cittadini sui territori. È paradossale che comuni che nella realtà dei fatti risultano collettori importanti di servizi rispetto ai comuni limitrofi, in questa tabella vengano invece giudicati ’periferici’. La nostra non è una battaglia di campanile ma di equità".

Daniele Masseglia