DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Terremoto in Versiliana Riccardo Corredi lascia "Non ero più ascoltato"

Le dimissioni dal Consiglio di gestione sono state protocollate ieri mattina. Decisivo lo stop agli incontri all’Agorà. "La mia presenza diventata un peso".

Terremoto in Versiliana Riccardo Corredi lascia "Non ero più ascoltato"

di Daniele Masseglia

Altro che materasso in canapa dai sogni "stupefacenti", come quelli della campagna pubblicitaria con cui nelle scorse settimane ha creato un mezzo terremoto. Il terremoto, stavolta, Riccardo Porciani, per tutti Riccardo Corredi, l’ha portato in seno alla Fondazione Versiliana. La notizia, che girava da giorni, si è concretizzata ieri mattina con le sue dimissioni ufficiali da membro del Consiglio di gestione, in cui Corredi era stato nominato il 1° settembre 2018 insieme al presidente Alfredo Benedetti e agli altri consiglieri. Alla base di questa decisione c’è un aggravio di impegni di natura professionale. Superabili, però, se i rapporti con Benedetti fossero stati sempre ottimi.

A pesare, infatti, è stato un progressivo deterioramento a livello di dialogo e condivisione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato lo stop agli incontri all’Agorà di Tonfano, idea che Corredi aveva portato avanti con il presentatore Claudio Sottili raccogliendo pubblico e applausi. "Mi sono trovato molto bene in questi 5 anni – spiega – lavorando con persone che hanno dato il massimo. Negli ultimi anni le mie attività personali sono notevolmente incrementate, richiedendo una mia presenza più significativa. In ogni caso avevo deciso di restare fino a settembre per portare a termine la stagione, ma a questo punto preferisco terminare prima". E qui la delusione prende il sopravvento. Corredi non si pente di aver fatto una campagna pubblicitaria per radio e tv, il primo anno di gestione, a sue spese e quindi a costo zero per la Fondazione. "Quando si è in gruppo è importante collaborare. Ma le mie idee, presentate per portare sempre più in altro il nome della Versiliana, non sono state più accettate né ascoltate. Se mi devo sentire inutile e non contare più, allora mi faccio da parte. Parlo di divergenze su questioni strategiche e operative che ho provato a risolvere con un dialogo costruttivo, ma la mia presenza è diventata un peso anziché un’opportunità". Il rammarico più grande è per l’Agorà, basti pensare al cartellone, la scorsa estate, di 52 serate da tutto esaurito: "Benedetti ha deciso di non farla e il sindaco ha detto che non ci sono soldi. Mi spiace anche per i commercianti, il ’giro’ di visitatori faceva bene alla categoria. Benedetti resta un amico e un grande presidente, ma era diventato troppo accentratore".