Strage Viareggio, sit-in dei familiari fuori dalla Cassazione. Oggi la sentenza

In serata è attesa la sentenza. Esposti a Piazza Cavour foto e striscioni. La difesa di Moretti: “Non ci sono prove della sua responsabilità”

Famigliari delle vittime con le associazioni espongono foto e striscioni durante l'udienza alla Corte Suprema di Cassazione

Famigliari delle vittime con le associazioni espongono foto e striscioni durante l'udienza alla Corte Suprema di Cassazione

Roma, 15 gennaio 2024 – I familiari delle vittime della strage di Viareggio stanno effettuando un sit-in davanti alla Cassazione nel giorno in cui è attesa la sentenza sulla vicenda che risale al giugno del 2009 e che provocò la morte di 32 persone e centinaia di feriti.

Esposti a piazza Cavour una serie di foto e alcuni striscioni. Nel dicembre scorso i giudici della Suprema Corte hanno chiesto di confermare tutte le condanne emesse nel processo d'appello bis. Il pg Pietro Molino e l'avvocato generale della Cassazione, Pasquale Fimiani, hanno chiesto di rigettare, al termine della requisitoria tutti i 18 i ricorsi presentati contro la sentenza della Corte di Appello di Firenze emessa nel 2022. Nel procedimento è coinvolto anche Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana ed ex ad Fs, che era stato condannato in appello bis a 5 anni di reclusione per disastro ferroviario, incendio e lesioni mentre era caduta in prescrizione l'accusa di omicidio colposo.

Strage di Viareggio, i familiari delle vittime davanti alla Cassazione

“Manca qualsiasi elemento di prova della responsabilità di Moretti sia come Ad di Rfi che come Ad di Fs”, sottolinea l'avvocato Ambra Giovene, difensore dell'ex Ad Rfi e Fs, Mauro Moretti. “In riferimento al ruolo di Amministratore delegato di Rfi anzi c'è la prova del contrario: lui aveva firmato una prescrizione per tracciare i carri ferroviari esteri circolanti in Italia - aggiunge la penalista -. Questa prescrizione è stata dimenticata nel processo, anche se a firma di Moretti. È entrata nel procedimento solo per negarne la rilevanza. Quanto al ruolo di Ad di Fs, gli viene contestato di avere imposto di non tracciare i carri come previsto da una normativa Ue dell'epoca che imponeva la libera circolazione dei carri di marchio Riv. Ciò che viene addebitato, quindi, a Moretti è di avere imposto ciò che era già previsto per legge”.