
Il consigliere della Lega Massimiliano Baldini per la seconda volta lancia strali contro quella che viene definita, in modo negativo, «vannaccizzazione» del partito
Parla senza mezzi termini di "candidati imbarazzanti", accusando colui che li ha scelti di averlo fatto apposta "per far vincere i suoi". A un mese dalle elezioni regionali, i nuovi strali che il consigliere regionale della Lega Massimiliano Baldini lancia all’indirizzo del generale Roberto Vannacci rendono l’idea del caos che ancora regna sovrano all’interno del Carroccio. Nonostante le recenti dimissioni di undici esponenti del partito, chi dal direttivo e chi da altri incarichi, Vannacci giovedì ha presentato la lista degli otto candidati alle regionali definendo "ingiustificate" quelle dimissioni.
Posizione che vede Baldini scagliarsi di nuovo contro il generale. "Da quando lo scorso aprile l’onorevole Vannacci è entrato nel partito assumendo incarichi sempre più importanti e impattanti sugli equilibri del partito – scrive Baldini – ben cinque consiglieri regionali su sei, incluso il sottoscritto, se ne sono andati o hanno rinunciato a candidarsi. Significa che un intero patrimonio di esperienze e professionalità, maturate e forgiate sul campo, è stato miseramente disperso sull’altare dell’utilizzo di un listino bloccato concesso a un iscritto da tre mesi (il consigliere di Pietrasanta Massimiliano Simoni, ndr) solo perché amico del nuovo padrone del partito". In questa nuova invettiva Baldini non fa sconti a nessuno e ricorda come la capogruppo Elena Meini, inizialmente candidata alla presidenza della Regione, sia stata "costretta, come gli altri, a subire questa assurdità autolesionista e ingiusta", per poi definire il segretario regionale della Lega Luca Baroncini "simulacro di se stesso, cameriere ed esecutore degli ordini dei nuovi venuti".
Come un fiume in piena, Baldini critica l’assenza di parlamentari toscani nella lista dei candidati: "Tutto questo nonostante la disponibilità di Susanna Ceccardi a fare da capolista in ben tre collegi. Addirittura non c’è lo stesso Vannacci, che ha militarmente imposto i nomi secondo logiche che perseguono la ’sostituzione etnica’ della classe dirigente ma si è ben guardato dallo spendere il suo nome direttamente". Fino alla bocciatura degli otto nomi presentati da Vannacci giovedì in piazza Campioni: "Errori che si sono confermati in una formazione dove si è ripetuta la stessa logica di ’vannaccizzazione’ della Lega. Con prezzi altissimi in termini di rappresentatività territoriale e di competenze ed esperienze, mandate al macero in quasi tutte le province pur di favorire i propri sodali, anche quando sono letteralmente imbarazzanti".