
Un accampamento in pineta
Viareggio, 20 ottobre 2019 - E’ il Parco della droga. Accanto alla gente che va a passeggiare, a fare footing e in questo periodo a cercare i funghi, c’è un via vai silenzioso. Un via vai di persone che entrano dal campetto di pallacanestro intitolato a Diego Malfatti e iniziano a camminare verso Torre del Lago. Et voilà, il gioco è fatto: gli spacciatori ti vengono incontro nei sentieri che corrono tra la piscina e il Palazzetto e ti chiedono “come stai?”, “serve qualcosa?”. Oppure attendono i clienti sulle sedie (poco) nascoste nella vegetazione della pineta di Levante.
«E’ una processione tutto il giorno. Giovani, giovanissimi e anche adulti – ci racconta un abitante della zona – perché dicono che qui ci sia la coca migliore, la “scaglia di pesce”. E’ meno tagliata, è meno chimica». La Macchia Lucchese è ormai diventata un supermarket della droga, dove si possono trovare anche hashish, mdma e l’eroina. «E’ tornata la brown sugar, la droga base, che dà un flash pazzesco. Ne basta poca, altrimenti si rischia l’overdose« ci racconta un giovane consumatore, che parcheggia il suo motorino, entra ed esce dalla pineta alla velocità di Bolt e se ne va. Qui si spaccia ad orario continuato, 24 ore su 24. «Ormai stanno diventando tutti cocainomani, il fumo inizia a scarseggiare perché c’è sempre meno richiesta. Il motivo? Gli spacciatori smerciano dosi di coca a 15 euro, e tutti se la fanno. I più esperti la cucinano per eliminare il taglio» ci spiega un assistente sociale che segue ragazzi con problemi di tossicodipendenze. I pusher vivono in pineta, in accampamenti di fortuna realizzati con teli, tende, materassi. Arrabattati in mezzo agli anfratti e al pattume. La pineta è ormai una discarica a cielo aperto. Alle 17 arriva il momento clou, con un viavai di motorini e macchine dei clienti.
Tra di loro ci sono anche ragazze e donne che si prostituiscono per una dose, si vendono agli spacciatori. E si fanno a cielo aperto, lasciando gli strumenti del buco vicino alle panchine. Sono le ragazze delle zoo delle pinete, i nostri piccoli boschi di Rogoredo, le zone verdi dello spaccio, che comprendono anche il Parco alla Bufalina a Torre del Lago (“Il Binario”, come viene chiamato) e le tre pinete di ponente. Nonostante la grande opera di pulizia e potatura e l’impegno delle forze dell’ordine, nel polmone di Viareggio si continua a vendere droga: i pusher si confonde con le mamme che portano a spasso i bambini, i runner, gli anziani che si ritrovano e i ragazzi sui risciò.
«Quando eravamo ragazzi – ricorda una darsenotta – la Macchia era un paradiso. Andavamo sempre a giocare in pineta, a fare i funghi, i pinoli, le pigne. C’erano percorsi bellissimi e li facevamo tutti i giorni per andare alla Madonnina e al Fortino». Ricordi di una Viareggio che oramai non esiste più. Ora c’è la pineta Trainspotting.
R.V.