
"Dante, Maurizio, Beppe, Enzo, Alessandro e Filippo sono e resteranno nel cuore dell’associazione". Così “Il mondo che vorrei“ ribadisce il sostegno ai sei ferrovieri, rappresentanti della sicurezza, che si trovano a dover risarcire 80mila euro di spese legali dopo essersi costituiti come parte civile nel processo per la strage del 29 giugno ma delegittimati dalla sentenza di Cassazione che, a differenza di quanto disposto dai giudici di Primo Grado e d’Appello, non ha riconosciuto al disastro l’aggravante dell’incidente sul lavoro. "In questi 12 anni – ribadiscono i familiari delle 32 vittime – gli Rls e tanti ferrovieri di tutta Italia sono stati al nostro fianco, ci hanno insegnato il linguaggio delle ferrovie, hanno condiviso la battaglia per la verità, per la giustizia e per la sicurezza offrendoci sempre e incondizionatamente il loro appoggio e il loro sapere. Per noi familiari e per tutti gli italiani – prosegue ’Il mondo che vorrei’ – gli Rls sono stati preziosissimi, difendendo ogni giorno la vita umana. Il 7 novembre 2011 le ferrovie hanno licenziato Riccardo Antonini perché si era messo gratuitamente a disposizione dei familiari delle vittime del treno deragliato il 29 giugno. Lo hanno castigato perché fosse un monito. La sentenza della IV sezione della Cassazione è ugualmente un avvertimento esplicito per i sei Rls: “non sono morti vostri, fatevi i fatti vostri“. Ma i morti sul lavoro, perché quello di Viareggio è un incidente sul lavoro, sono morti di tutti. Per questo la nostra associazione, come molte realtà, li sosterrà economicamente e e non solo".