Belvedere Puccini, è bagarre. Sgarbi: "Se il progetto va avanti verranno i carabinieri"

Il sottosegretario fa revocare il nullaosta della Soprintendenza: "Un piazzale per elicotteri" Il sindaco di Viareggio Del Ghingaro non indietreggia: "Faremo ricorso al Tar e in sede civile e penale"

Vittorio Sgarbi a Torre del Lago con Barbara Paci, responsabile cultura FdI

Vittorio Sgarbi a Torre del Lago con Barbara Paci, responsabile cultura FdI

Viareggio (Lucca), 1 febbraio 2023 - A Carnevale ogni scherzo vale. Ma ridendo e motteggiando, il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi e il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, sono arrivati alla guerra senza quartiere. "Se va avanti verrano i carabinieri a fermarlo", avverte il critico-politico. "Faremo ricorso al Tar e in sede civile e penale", annuncia il primo cittadino. Campo di battaglia il famoso Belvedere Puccini, la zona davanti alla villa del Maestro affacciata sul lago di Massaciuccoli, tra Villa Orlando e il Gran teatro all’aperto. Per rifarla il Comune ha appaltato un progetto con inediti gradoni che scendono in acqua. Sgarbi invece ha fatto revocare il nullaosta della Soprintendenza, avocando al Ministero la pratica: "E’ un piazzale per elicotteri. La memoria dei luoghi di Puccini richiede attenzione e conservazione".

La bagarre è scoppiata durante una mostra carnascialesca. Tra Sgarbi e Del Ghingaro sembravano battute a distanza, e invece... Il sottosegretario ieri ha ribadito le sue ragioni: "Spendere così 2 milioni del Pnrr è un errore grave. Qui, davanti a Villa Puccini, si può fare solo manutenzione. Ed è impensabile rilasciare l’autorizzazione allo spostamento della statua del Maestro. Non si cambia l’area storica davanti a Casa Pascoli, non lo si fa nemmeno a Torre del Lago. L’avocazione della pratica al Ministero presuppone che i progettisti vengano convocati per discutere un piano diverso. Il direttore generale del Ministero, Luigi La Rocca, aveva detto alla Soprintendenza di cambiare l’autorizzazione. La Soprintendenza non l’ha fatto e quindi la pratica è stata avocata". Il botta e risposta tra Soprintendenza e Ministero è andato avanti dal 16 dicembre all’11 gennaio, quando Roma ha azzerato tutto. Poi lo showdown del Vittorio nazionale. L’intervento di Sgarbi è l’epilogo di varie contestazioni al progetto fatte da destra a sinistra, in particolare dalla responsabile cultura di Fdi Barbara Paci. Il principale oggetto del contendere sono le attuali balaustre coi pilastrini di cemento risalenti – forse – al 1930.

Sarebbero stati spostati altrove, ma così non avverrà. E pensare che l’assessore ai lavori pubblici, Federico Pierucci, aveva annunciato l’operazione per "riportare il Belvedere a come lo vedeva Puccini, con la riva del lago sgombra e quasi fin sotto la sua casa". Invece per il sottosegretario Sgarbi tutta l’area davanti a Villa Puccini, che è vincolata, deve rimanere com’è. In Comune al contrario sostengono che il progetto è più attinente ai tempi di Puccini, senza pilastrini di cemento: anche perché nel 1980 il frontelago era franato in acqua, e nemmeno le indagini della Soprintendenza hanno accertato se i colonnini sono degli anni ’30 o più recenti. La datazione del cemento, forse con elementi déco, non sembra preoccupare Del Ghingaro: "Noi andiamo avanti nel rispetto della legge. E prepariamo ricorsi, perché i nostri tecnici ritengono che gli atti ministeriali siano nulli o illegittimi. Se perdiamo i finanziamenti chi paga?". Un problema non da poco, visto che l’anno prossimo ci saranno le celebrazioni del centenario della morte di Puccini, e almeno il Belvedere dovrebbe apparire splendente, non a pezzi com’è adesso.

Nella visione di Del Ghingaro sarebbe diventato una spianata di pietra del colore delle sabbie silicee del Massaciuccoli. Per Sgarbi e i suoi sostenitori deve conservare la memoria di Puccini. Però, quando Puccini morì, qua i pilastrini non c’erano. Eppure secondo il sottosegretario la questione è altra: "Quel progetto è talmente radicale che l’unica risposta è fare un intervento conservativo. Non è possibile null’altro". E ora, con i lavori già appaltati a un’azienda laziale, che succederà?