SERGIO IACOPETTI
Cronaca

"Sfilate al sabato? Un successo. Ma non smarriamo identità e valori"

A colloquio con Renzo Pieraccini responsabile della carretta aggregativa “The greatest Showman“

"Sfilate al sabato? Un successo. Ma non smarriamo identità e valori"

Vice presidente della Fondazione Carnevale, direttore del corso, autore di testi di canzoni e Canzonette, ideatore di concorsi. E, ancora, membro di commissioni, autore di libri ed anche maschera. L’elenco potrebbe proseguire – tante ne ha fatte e altrettante, magari, ne ha in serbo –, ma già questo basta per appiccicargli l’appellativo di ‘Mister Carnevale’.

Lui è Renzo Pieraccini attuale responsabile della carretta aggregativa ‘The greatest Showman’ nata dalla collaborazione tra #Nonsolounacarretta/Carneval Puccini, ma la sua vita è indissolubilmente legata al Carnevale.

Renzo, una vita al servizio di Burlamacco.

"Esattamente e ne vado fiero, tanto è il mio amore per il Carnevale".

Per il Carnevale ha fatto di tutto. La cosa di cui va più fiero ed il rimpianto?

"Il corso del sabato ed il Carnevale estivo sono due medaglie che rivendico. Ringrazierò sempre i presidenti Maglione e Santini per avermi dato la possibilità di mettere in pratica queste idee. Idee che funzionavano, tanto è vero che il corso del sabato è ora una certezza. Il rimpianto è il non esser riuscito a far passare il progetto di far redigere la classifica finale dei carri da una giuria mista, 50 e 50, tra cittadini di Viareggio e tecnici".

Cosa le piace di più del Carnevale attuale e cosa le piace di meno?

"L’imprenditorialità acquisita dalla Fondazione è un valore aggiunto. Mi preoccupa, invece, il poco legame con la città stessa. Va bene aprirsi al mercato, ma senza perdere le proprie radici ed i propri valori. Se si rinuncia alla propria storia, prima o poi, si paga dazio".

Lei è il responsabile di una carretta aggregativa ‘sui generis’ perché fate la coreografia. Cosa pensa di questo spettacolo?

"Noi la facciamo perché è un modo per far divertire le maschere e soprattutto ciò le rende partecipi della sfilata. Ciò premesso penso che la coreografia sia parte integrante dello spettacolo del Carnevale e che non si possa più tornare indietro. Credo però che non possa essere così importante nella valutazione di una costruzione".

Secondo lei le canzoni del Carnevale vengono trasmesse abbastanza durante il corso?

“Purtroppo no e me ne dolgo. Capisco lo che lo spettacolo offerto richieda anche colonne sonore inerenti, ma non si può non attingere da un patrimonio musicale come il nostro. La cosa andrebbe regolarizzata”.

Festival di Burlamacco o Canzonetta dei Rioni?

"Per entrambe le cose. È giusto che la Fondazione Carnevale si riappropri di un evento del genere ed è altrettanto vero che i Carnevalari vadano avanti con il proprio.

Primo ricordo legato al Carnevale?

"Era il 1968, avevo 3 anni, e iniziai una raccolta di cartoline di Carnevale con le immagini sui carri. Da allora non mi sono più fermato, sulla base di questa incredibile raccolta ho scritto il libro ‘La storia illustrata del Carnevale di Viareggio’".

Carrista preferito?

"Arnaldo Galli di cui conservo, gelosamente, un autografo del 1972".

E del presente?

"Adesso sono per i giovani. Ce ne sono tanti di bravi".

Ma quindi cosa è il Carnevale per lei?

"Molto semplice: se Burlamacco chiama io ci sono e ci sarò sempre".