"Serve più coraggio: l'altolà di mister Sena a Quercetala domanda"

Real Forte Querceta fa fatica ad approcciare le partite: tecnico Sena e giocatore Tognarelli cercano di capire perché, ma la squadra deve lavorare in silenzio per migliorare le cose che non hanno funzionato.

"Serve più coraggio". L’altolà di mister Sena

"Serve più coraggio". L’altolà di mister Sena

QUERCETA

La domanda sorge spontanea: perché il Real Forte Querceta fa così fatica ad approcciare nel modo giusto gli inizi di partita? Il primo a cercare una risposta è il tecnico Nicola Sena, a cui non è andata giù la sconfitta di misura contro la Sangiovannese (terza su quattro partite di campionato). "Non meritavamo di perdere, abbiamo avuto tante occasioni per pareggiare. Purtroppo paghiamo a caro prezzo un avvio timoroso, con troppo poco coraggio". Parole a cui fanno eco quelle pronunciate a fine gara da Tognarelli, uno dei leader dentro e fuori dal campo. "Se vai sempre sotto, poi diventa dura recuperare". Difficile dargli torto visto che, andando ad analizzare i numeri di queste prime cinque gare (considerando anche la gara di Coppa Italia), per ben quattro volte il Real Forte Querceta si è ritrovato in svantaggio dopo il primo quarto di gara. Come mai tutte queste false partenze? Perché la squadra inizia a giocare solo quando non c’è più niente da perdere? La sfida con la Sangiovannese è lo specchio di questo difficile inizio di stagione in cui peraltro il calendario sembrava alleato del Real Forte Querceta: avvio sotto tono con tanta difficoltà a proporre gioco poi l’inversione di tendenza dopo l’intervallo.

"Dobbiamo essere più bravi e scaltri a far girare gli episodi a nostro favore" ha aggiunto Sena. "Ce ne torniamo a casa con questa sconfitta ma non è la fine del mondo. La testa è già alla prossima gara (in casa contro il Ponsacco, ndr)". La speranza è quella di trovare un Real Forte Querceta più determinato fin dal fischio iniziale e, magari, una terna arbitrale meno distratta (la rete decisiva di Disegni nasce da un fuorigioco piuttosto evidente non fischiato a Zahr). Questo però non è ancora il momento degli alibi. Perché, come dice Tognarelli, "bisogna innanzitutto lavorare in silenzio e migliorare le cose che finora non hanno funzionato".

Michele Nardini