Viareggio, rinasce la barca di Marilyn e Tony Curtis

I cantieri Del Carlo stanno restaurando "Portolana", lo yacht delle scene di seduzione del film cult "A qualcuno piace caldo"

I cantieri Del Carlo stanno restaurando "Portolana"

I cantieri Del Carlo stanno restaurando "Portolana"

Viareggio, 15 ottobre 2021 - E’ già dentro il capannone dei fratelli Guido e Marco Del Carlo in via dei Pescatori, il mitico motoryacht “Portola” costruito nel 1928 negli Stati Uniti dai cantieri “Harbor Boat Works” di Long Beach. E’ un 25 metri da sogno e che fu utilizzato da Hollywood nel 1959 in alcune famose scene del film “A qualcuno piace caldo” con Marilyn Monroe, Tony Curtis e Jack Lemmon per la regia di Billy Wilder.

“Portola” fu progettato dal grande Daniel Millard Callis, primo esponente della scuola del design navale della costa Ovest. L’architetto partecipò, con le sua vena geniale alla realizzazione di imbarcazioni per il cinema, come il vascello de “Gli ammutinati del Bounty” con Clark Gable. Per arrivare a “Portola” che la proprietà americana ha voluto oggi fare restaurare dagli espertissimi cantieri Del Carlo.

“Per ora siamo alle fasi iniziali – dice Guido Del Carlo, affiancato dal figlio Adriano (nella foto in basso) – dobbiamo sverniciare lo scafo e poi procedere in base alle esigenze dell’armatore. Ma siamo fiduciosi in un bel lavoro perchè la barca lo merita veramente. E’ un motoryacht in legno Douglas, l’abete americano, come altri ne abbiano avuti in cantiere e che vedremo di poter riportare a nuova vita.”. Sul Portola furono girate le famose scene della seduzione di Tony Curtis e Marilyn Monroe, in cui lui finge di essere il miliardario proprietario della barca. Anche se nell’albo d’oro delle battute hollywoodiane è finita la scena finale sul motoscafo, con l’intramontamontabile "Well, nobody’s perfect".

I Del Carlo hanno altre imbarcazioni in restauro: “Qui accanto c’è lo Star Fire, una vela inglese di 22 metri con la coperta già in fase di lavorazione”. E per la reperibilità dei legni pregiati come siete messi? “E’ vero, siamo in un momento in cui è difficile reperire il teak tailandese, anche per le lunghezze, ma anche altri legni. Ma siamo sicuri di poter lavorare in continuità”. L’azienda ha tre siti produttivi. Quello originario del 1963 con gli scali a scivolo dove furono costruiti 50 anni fa anche dei pescherecci che tutt’oggi vengono a fare i lavori. Poi nel 2000 acquisirono gli ex hangar della Cuv in via dei Pescatori e nel 2006 i nuovi capannoni al mercato ittico in zona Dr 11.

Walter Strata