ENRICO SALVADORI
Cronaca

«Anche il nostro Valentino diede i soldi. Era povero ma versò ben 2100 lire»

E’ un operaio morto nel ’74. Con le ricevute nuova richiesta di rimborso

Maria Belloni, vedova di Valentino Repetti, mostra i titoli del marito per 2100 lire. Con la figlia Giovanna chiede il riborso

Viareggio, 7 novembre 2017 - Non era un caso isolato quello del viareggino Giovanni Baldi che ha prestato 100 lire nel 1946 al Pci aderendo alla sottoscrizione lanciata da Palmiro Togliatti per aiutare il partito alla vigilia delle elezioni per l’assemblea costituente. Dopo aver letto l’articolo su La Nazione che ha dato in esclusiva la notizia Giovanna Repetti, insegnante in pensione di Stefano Magra, ha voluto raccontare la vicenda di suo padre Valentino. Anche lui militante con una fede totale vero il Pci. Un attaccamento al partito così grande che il compagno Valentino negli anni del Dopoguerra versò addiruittura 2100 lire al Pci in varie tranche.

«Ho tutto documentato – dice la signora Giovanna – e la storia è simile a quella del signore viareggino. Nel senso che una decina di anni fa mia madre, rovistando nelle vecchie cose, ha trovato la documentazione della sottoscrizione per 600 lire dell’obbligazione a favore della campagna di Togliatti. In più abbiamo rinvenuto i fogli che attestano che mio padre ha versato in varia tranche 1500 lire per la costruzione della Casa del Popolo di S.Stefano Magra. Il tutto senza dire niente a mia mamma». La storia è bellissima perché quando ha deciso di aderire alla campagna di aiuto economico del partitone Valentino Repetti, classe 1923, era molto povero. «Mio padre lavorava all’Arsenale che l’aveva destinato a Marimuni di Aulla dove disinnescava le bombe. Uno stipendio che bastava a mala pena per campare. Quando nel 1949 sposò mia mamma Maria Belloni non aveva neanche i soldi per l’anello. Le regalò un gioiello di una vecchia zia. Anche il banchetto fu molto parco. Mia mamma era completamente all’oscuro del fatto che avesse prestato i soldi al partito e lo ha scoperto solo un paio di lustri orsono. Si è molto arrabbiata perché nell’immediato Dopoguerra hanno vissuto una vita di stenti e con quei denari potevano stare più tranquilli. Ma evidentemente le esigenze del partito erano superiori a quelle personali e familiari. Tra l’altro quelle 600 euro della sottoscrizione per Togliatti entro il 31 dicembre 1949 potevano essere richieste per il rinborso. Ma lui le ha lasciate al Pci per la grande fede comunista che aveva».

Valentino Repetti tra l’altro è morto giovane. E’ stato stroncato da un infarto nel 1974 quando aveva soltanto 51 anni. «Papà era un uomo di grandi ideali che non si è mai rispamiato. Certo mamma ha ragione perché se avesse dato di più alla sua famiglia potevano avere un’esistenza migliore». Claudia, la nipote viareggina di Giovanni Baldi si è rivolta al patronato Agitalia perché quelle 100 lire del prestito non rimborsato ora siano versate agli eredi come scritto nel contratto stipulato da Togliatti. E la signora viareggina ha chiesto 4300 euro comprensive degli interesse che è il valore esigibile dagli eredi dopo questi anni. Chiamando in causa il Pd «che in base allo statuto del partito subentra a tutti gli effetti giuridici nei rapporti debitori e creditori del vecchio Pci. «Anche io – spiega Giovanna Repetti – mi rivolgerò a quel patronato perché la somma che riguarda mio padre è sei volte superiore. Non so quanto potrà diventare la cifra esigibile. Mio padre al partito ha dato tanto ma anche la sua famiglia meritava e merita di più».