La solitudine di Dora. Ricovero coatto nella Rsa: “Voglio tornare a casa”

Una sentenza del tribunale ha deciso che per lei è meglio una rsa di Aulla. La figlia Anna contro amministratore di sostegno e assistenti sociali. Il giudice deve stabilire se può ricevere cure adeguate a domicilio

Camaiore (Lucca), 29 marzo 2023 - Senza il suo gatto, senza la sua quotidianità a casa, Dora si sente morire. Da oltre un mese è ricoverata, sulla scorta di una sentenza di Tribunale, in una rsa di Aulla. Ma lei lì non ci vuole stare, vuole tornare a casa dal suo gatto. E dai suoi affetti. E sua figlia Anna sta adesso portando avanti in suo nome una battaglia legale. Che non sarà facile visto che la controparte è costituita da un amministratore di sostegno nominato dal Tribunale e dagli assistenti sociali. Figure professionali qualificate che – non c’è motivo di dubitarne – agiscono nell’interesse della persona assistita.

Dora Piarulli
Dora Piarulli

E proprio oggi in Tribunale a Lucca – sulla scorta di un’istanza presentata dal legale della figlia, l’avvocato Niccolò Domenici – ci sarà una nuova udienza che dovrà decidere ancora una volta sul futuro dell’anziana. Il giudice dovrà stabilire se potrà curarsi a casa come vuole la donna oppure se è meglio che sia assistita in una rsa come caldeggia l’amministratore di sostegno. Da una parte il cuore di una figlia; dall’altra la ragione dello Stato assistenziale. In ogni caso una scelta dolorosa quella che dovrà assumere il giudice.

Dora Piarulli è una pensionata di 80 anni che vive a Camaiore, nell’entroterra versiliese, dove abita in una bella casa. Dora è arrivata in Versilia dopo una vita avventurosa. Originaria della Puglia, ha vissuto a lungo in California, dove si sposò a 22 anni e dove lavorava in un ristorante come cameriera. Finito quel primo matrimonio, Dora tornò in Italia. Si trasferì a Lerici dove conobbe un marinaio danese che fu il grande amore della sua vita. Seguì il suo cuore e il marinaio fino in Danimarca, dove si trasferì. A Copenaghen, dalla loro unione nacque sua figlia Anna Estdahl, la donna che oggi si batte per far tornare a casa sua madre. Che cadde in depressione quando finì la relazione con il marinaio danese. Lei tornò in Italia insieme a sua figlia ormai ventenne.

Lo scorso anno Dora ha avuto un ictus che ne ha ridotto – secondo i referti medici – le capacità cognitive. Ma che soprattutto ne ha limitato movimenti e spostamenti. Ma già da prima aveva bisogno di essere seguita. Sua figlia venne nominata amministratrice di sostegno, ma fu poi lei stessa a rinunciare all’incarico per motivi di lavoro che la conducono spesso a lunghi viaggi, anche all’estero. Dal 2015 è quindi seguita da un amministratore di sostegno nominato dall’avvocato. Ed è proprio quest’ultimo che ha chiesto al tribunale che venga disposto il ricovero in una rsa "perché venga assistita nel migliore dei modi".

"Ma io qui non ci voglio stare, mi sento di morire, voglio riavere il mio gatto, i miei affetti che si trovano a casa". E’ lucida e presente a se stessa, Dora. Ha solo trenta minuti di tempo per vedere la figlia e quest’ultima non si dà per vinta. E si sta battendo per riportare sua madre fra le mura domestiche. "Lì ha tutto per essere curata al meglio – spiega – C’è una badante che l’assiste; ha il letto con il materasso antidecubito, tre deambulatori e un bagno idoneo. I medici stessi consigliano di far tornare le persone anziane affette da depressione come mia madre nel loro ambiente naturale. Altrimenti peggiorano".

Il ricovero è stato disposto da una sentenza del tribunale sulla scorta delle indicazioni fatte dall’amministratore di sostegno. "In udienza – spiega ancora Anna Estdahl – è stato detto che io sono l’unico ostacolo rimasto per far ricoverare mia madre. Per quale motivo? Non certo per un pregiudizio nei confronti dell’amministratore di sostegno, ma semplicemente perché da quando mi occupo di lei ho sempre cercato di rispettare i suoi desideri, le sue volontà. E ora il suo desiderio più grande è quello di tornare a casa. Invece l’hanno portata ad Aulla a oltre un’ora di macchina da Camaiore, lontano da tutti".