Rapinava tabaccherie E si vantava sui social

Protagonista un 16enne. Ora il suo legale chiede. che sia messo alla prova. attraverso i servizi sociali

Per lui, da una parte, si è aperto uno spiraglio, una flebile speranza: due anni a disposizione dei servizi sociali per dimostrare di non essere un malvivente e di voler riprendersi la vita evitando il carcere con tutte le sue conseguenze. Dall’altra, però, la sua posizione è peggiorata perché oltre a rispondere del reato di rapina aggravata, dal suo cellulare sono spuntati foto in cui si auto-celebra per il furto commesso. Il futuro del 16enne viareggino autore della rapina del 26 novembre 2021 alla tabaccheria “Mancini“ di Querceta è ora nelle mani del giudice del Tribunale dei minori di Firenze, dove ieri mattina avrebbe dovuto aprirsi il processo con l’inizio delle prove testimoniali, a cominciare dall’audizione della tabaccaia che ha subito il furto e che era presente in aula.

Dibattimento che invece non è iniziato in quanto l’avvocato Fernando Pierantoni, nominato difensore di fiducia, ha chiesto che venga istituita la messa alla prova, procedura che garantirebbe da una parte il recupero del giovane e dall’altra una completa estinzione del reato dato che nel procedimento minorile la messa alla prova è applicabile a qualsiasi tipo di reato per favorire il recupero dei ragazzi. "In pratica – spiega il legale – il giovane viene affidato ai servizi sociali e si esamina la sua condotta o l’eventuale percorso col Sert. Se il ragazzo rispetta la prova, dimostrando di non cascarci più, il reato viene estinto. Ho chiesto al collegio di poter avere un congruo termine a difesa vista l’importanza delle accuse mosse e soprattutto, visto che si tratta di un procedimento nei confronti di un minore, al fine di riuscire a intraprendere un percorso di messa alla prova. L’accoglimento della messa alla prova garantirebbe il recupero del giovane e soprattutto l’estinzione dei gravi reati a lui contestati, ossia le reiterate rapine a mano armata aggravate anche dal fatto dell’essere state commesse da più persone".

Il riferimento è al complice, il 21enne residente a Forte dei Marmi e difeso dall’avvocato Filippo Tacchi, che ha già patteggiato la pena in tribunale. Le speranze per il 16enne, invece, potranno materializzarsi o sfumare tra pochi mesi. Ieri a Firenze il collegio ha accolto infatti la richiesta di Pierantoni, ritenendo l’istanza opportuna, dando mandato ai servizi sociali di contattare il ragazzo per cominciare a valutare la messa alla prova in vista dell’udienza di marzo, quando il giudice deciderà, in base alla relazione finale, se metterlo alla prova o rinviarlo a giudizio. Con una “tegola“ in più, dicevamo: la Procura minorile ha chiesto di produrre un’indagine forense eseguita sul cellulare del ragazzo nell’ambito di un altro procedimento penale a suo carico, dalla quale si evince che il 16enne aveva inoltrato le foto delle telecamere che lo avevano inchiodato.

Daniele Masseglia