REDAZIONE VIAREGGIO

Quei Mondiali solo sfiorati

Da tre anni Viareggio – dopo un lungo digiuno – ha riscoperto la passione organizzativa per il ciclismo: il ritorno...

Antonio Nicoletti, ex assessore allo sport

Antonio Nicoletti, ex assessore allo sport

Da tre anni Viareggio – dopo un lungo digiuno – ha riscoperto la passione organizzativa per il ciclismo: il ritorno del Giro d’Italia ha generato un ampio consenso, con promozione turistica che spazia piacevolmente in tutto il mondo grazie alla tv. Un giulebbe, insomma. Ma venti anni fa, il ciclismo – non il Giro ma un’altra manifestazione addirittura più importante – provocò attacchi di bile, con polemiche incorporate che ancora oggi fanno discutere. Ma che cosa accadde? Nel 2004, la giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Marco Marcucci aveva messo in cantiere la candidatura di Viareggio ad ospitare i campionati mondiali di ciclismo del 2008: la task force era guidata dall’assessore allo sport Antonio Nicoletti che riunì un pool di esperti del settore per proporre un circuito in grado di essere in linea (inferiore a 20 chilometri con almeno una salita, in grado di fare selezione) con le richieste dalla Commissione tecnica internazionale. Non era facile, anche perché Viareggio – grazie alle scelte della metà del 1800… - non ha entroterra: necessario quindi sviluppare un accordo con altri Comuni. La prima proposta fa la salita del Valentino, fra Piano di Conca e Stiava, che però contemplava anche un ritocco alla viabilità; a sorpresa venne fatta una scelta che colse di sorpresa – piacevolmente – anche chi avrebbe dovuto giudicare il tracciato. Il circuito, con arrivo in piazza Mazzini, prevedeva lo strappo a Massarosa, che dalla via Sarzanese porta al casello per l’ingresso sulla Bretella. Si proprio così: il bello è che i commissari erano convinti che la selezione sarebbe stata proprio nella ‘picchiata’ su Viareggio dei corridori che avrebbero percorso la corsia autostradale in direzione della città, trovando il vento contrario in grado di mettere a dura prova i muscoli dei corridori, quasi come una salita.

Ma all’esame di Madrid, con rivali Varese (che poteva contare su sponsor tecnici e soprattutto politici, all’epoca nella stanza dei bottoni del Governo) e gli olandesi di Valkenburg, Viareggio uscì con le ossa rotte e l’amaro in bocca: la promozione l’ebbe Varese e nel 2008 sulle strade della città lombarda, l’italiano Alessandro Ballan vinse la maglia iridata. Peccato che sia rimasto – fra i professionisti - l’ultimo acuto tecnico del ciclismo italiano perché da quell’anno nessuno azzurro ha più vinto il titolo mondiale.