REDAZIONE VIAREGGIO

Quella strana leggenda sulle origini camaioresi

Una giovane donna incinta fuggita a Roma, un bimbo abbandonato e un presunto parente identico all’attore

L’attore romano sul palcoscenico del teatro della Versiliana durante uno spettacolo

CAMAIORE Esiste in città una leggenda su Gigi Proietti. Aldo Marchi, geometra noto per raccontare aneddoti sui personaggi camaioresi, ieri ha ripreso questa storia tramandata da anni. "Tutto risale – afferma – al tempo in cui Ennio Pierotti, deceduto anni fa, impiegato all’Ufficio di Stato Civile, mi confessò di aver raccolto voci dalle quali sembrava che una giovane donna di Camaiore, durante la guerra, rimasta incinta, sarebbe finita a Roma, accolta da conoscenti e aiutata a dare alla luce un bambino poi lasciato nella “ruota” di un convento di clausura sui colli romani. Fra l’altro proprio Proietti su Canale 5 avrebbe accennato di “essere figlio della ruota“. Questa donna, prima di morire, avrebbe raccontato la vicenda, dando indicazioni sulla paternità del bimbo, la data di nascita e il convento. Pierotti, tramite i familiari della donna, seppe che il presunto padre era un uomo, chiamato Befana, della famiglia Petrucci, ucciso dopo la guerra dai partigiani, e che quell’orfanello fu adottato da una famiglia dei colli Albani". Nessuna prova di tutto ciò, tant’è che da successivi accertamenti non venne fuori niente di certo. Perché allora alimentare una storia puramente fantastica? Perché Lino Petrucci, detto ‘Mula’, somigliava tantissimo a Gigi Proietti e non solo fisicamente: naso lungo, risata sarcastica, occhi aquilini, camminata dinoccolata, ma aveva le stesse capacità umoristiche, mimica, giochi di parole, estro e disinvoltura. "Suo cugino Manale – aggiunge Marchi – mi spergiurò che la storia era vera, ma ritengo sia solo fantasia popolare. Non ho avuto neppure conferme dell’intervista a Canale 5 dove Proietti avrebbe dichiarato di essere un “figlio della ruota”. Certo è che quando ripenso a Mula mi vengono ancora i brividi: ci mostrava come riuscisse ad attirar gente per vendere la genziana facendo l’incantatore di serpenti, del tutto simile a Proietti di “A me gli occhi please”". Isabella Piaceri