
Viareggio, 18 novembre 2023 – «Le difficoltà sono un po’ come l’arcobaleno", "Ne vediamo di tutti i colori...". La scelta della metafora è delicata, perché dura è già la vita. E di tempeste Sirio Orselli ne ha viste tante: commercianti e piccoli imprenditori finiti sul lastrico, persone che dopo aver commesso un errore non hanno trovato possibilità di riscatto, ragazze madri senza alcun supporto, padri separati stritolati da una crisi familiare, pensionati a cui la minima basta appena per l’affitto, famiglie arrivate da lontano in cerca della serenità con mille ostacoli sulla strada, il baratro delle dipendenze.
"Fortunatamente in molti casi, dopo la tempesta, ho visto anche tornare il sereno. A volte – dice Orselli – basta sapere di non essere soli, di potersi aggrappare a qualcuno, per riuscire a rialzarsi dopo un momento difficile". E questo cerca di fare il Germoglio, raccogliendo generi alimentari per riempire tutte quelle dispense che restano vuote. In case che restano al freddo. "Noi proviamo ad allungare una mano..."
Da oltre vent’anni, prima come volontario e poi come presidente del “Germoglio“, Orselli si confronta con la povertà.
"Figlia di storie diverse. Per questo è impossibile fare un’identikit preciso di chi vive una situazione di disagio. Qui – nella sede del’associazione in via dei Pioppi – sono passate centinaia di persone diverse".
"Qualche anno fa – prosegue Orselli – forse erano più le famiglie di immigrati, ma dal 2008, quando è scoppiata la grande crisi economica, questo confine è caduto".
E "Il lavoro è il primo problema — spiega ancora —, il caso tipico è quello di un capofamiglia con più di 40 anni che non riesce più a trovare un’occupazione stabile", e in questa precarietà rimane invischiato come nelle sabbie mobili. Poi c’è l’emergenza casa, "Quando non è di proprietà, oggi riuscire a trovare e a mantenere un affitto a Viareggio è sempre più complicato" .
«Attualmente – prosegue Orselli – con il Germoglio assistiamo 276 nuclei familiari, che vengono seguiti anche dagli assistenti sociali del Comune. Circa il 30% ormai da più di dieci anni. Segno che, al netto di chi si adagia sull’assistenza, c’è una evidente difficoltà a superare una condizione di povertà".
E nell’ultimo anno, segnato dall’inflazione e dal caro-tutto, "Capita sempre con più frequenza di vedere arrivare anche persone distinti. Che chiedono un po’ di spesa per riuscire ad arrivare alla fine di un mese più difficile degli altri".
E questo è il segnale che c’è una povertà sommersa, "Ci sono famiglie in questa città che mai avrebbero immaginato di fare i conti con la povertà. E che si vergognano al punto che preferiscono soffrire, pranzare e cenare con una tazza di caffè e latte caldo e un biscotto, piuttosto che bussare per chiedere un sostegno". Di queste storie "ce ne sono molte più di quante possiamo immaginare. E allora – conclude Orselli – con i volontari cerchiamo di intercettarle, di avvicinarci con discrezione, provando ad allungare la mano".