REDAZIONE VIAREGGIO

"Troppi pescatori abusivi nel lago. E lasciano enormi quantità di rifiuti"

Massaciuccoli. Denunce delle associazioni contro gruppi di stranieri

I pescatori sportivi trovano continuamente lunghissime reti messe da bracconieri con i pesci morti

Viareggio, 2 marzo 2017 - «NON SI PUO’ andare avanti con il bracconaggio nel lago di Massaciuccoli». Lo sfogo arriva da Davide Taiti, appassionato di pesca sportiva (cattura e rilascio per semplice passione, senza conseguenze per i pesci) che da tanti anni frequenta il lago pur non essendo residente in Versilia.

«C’è un problema grave che va avanti da tempo – racconta –; io vengo spesso a Massarosa perché con l’associazione di pesca sportiva alla quale sono iscritto organizziamo tanti eventi. Purtroppo da qualche anno la situazione è diventata insostenibile a causa di alcuni gruppi di stranieri, cinesi ma soprattutto rumeni, che usano il lago come fonte di sostentamento senza alcun tipo di ritegno; capita spesso di trovare reti lunghe anche centinaia di metri». Il problema è che sulle acque del Massaciuccoli vige un divieto di prelievo del pesce. E i controlli appaiono insufficienti. «Questi soggetti fanno ciò che vogliono senza che nessuno intervenga. Abbiamo chiamato qualsiasi autorità perché si ponesse fine a questo scempio, ma alla fine non interviene mai nessuno. Basterebbe muoversi nel fine settimana nelle zone accessibile del lago e sicuramente si troverebbe qualcosa».

La pesca illegale è soltanto uno dei volti di questa vicenda: «E’ impossibile descrivere la sporcizia che lasciano, platica inclusa. Noi spesso ci siamo dati da fare per ripulire tutto ma se nessuno interviene in maniera seria la situazione non migliorerà mai. E’ capitato anche di trovare queste persone in mezzo alla capanne in stato di ebbrezza, intente a grigliare il pesce. Sono almeno quattro o cinque anni che denunciamo questa situazione ma negli ultimi tempi c’è stato addirittura un peggioramento. Anche nel corso dell’ultimo fine settimana abbiamo trovato delle reti e quando arriviamo ai capanni troviamo sempre tutto aperto. In altre regioni hanno cominciato a risolvere la cosa con verbali e denunce penali, qui invece questi gruppi fanno quello che vogliono». Ormai la rassegnazione per i pescatori sportivi è dietro l’angolo. «Abbiamo sporto denunce con tanto di documentazione fotografica. Si è perso il conto delle chiamate fatte al Parco e ci siamo mossi anche con la Provincia e la Regione ma non c’è stato alcun miglioramento della situazione. Ormai non resta che arrangiarsi ma ci troviamo di fronte soggetti scomodi con cui relazionarsi. Ci sono stati diversi litigi per via delle reti: quando le troviamo proviamo a toglierle di torno».