REDAZIONE VIAREGGIO

Patrimonio Srl, un altro buco da 80 milioni di euro

Salta il tappo della partecipata. Del Ghingaro: «Un pozzo senza fondo». Lunedì in consiglio la delibera degli scorpori

I lavoratori della Patrimonio durante uno sciopero

Viareggio, 9 settembre 2015 - Tutto il mese di agosto in full immersion con assessori, commercialisti, liquidatori e avvocati a dipanare la matassa delle partecipate. Poi, nello stesso giorno, tre incontri chiarificatori al Ministero delle finanze e agli Interni. «E ora che il quadro è chiaro, lunedì portiamo in consiglio comunale la prima delibera per il salvataggio di impianti sportivi e altri beni indisponibili che scorporeremo dal possibile fallimento della Patrimonio Srl. Se tutto va bene anche il Principino seguirà la stessa sorte, e contiamo di recuperare al comune i servizi facendoli seguire dal personale delle partecipate. Ma il cammino è arduo, e ci vorrà il benestare del ministero». Giorgio Del Ghingaro esce dal silenzio che si era imposto e annuncia quel che sta per succedere. E a tratti sembra di sentire proprio quella voce dell’Apocalisse di Giovanni: «Allora una voce disse: “Sali quassù, e ti mostrerò le cose che accadranno in seguito”».

Stavolta i Cavalieri dell’Apocalisse sono tre anziché quattro, ma più che sufficienti. Sono tre società in difficoltà enormi. La Porto Srl veleggia verso la scadenza del 29 ottobre fissata dal giudice fallimentare: in mano il sindaco ha la proposta svizzera su cui si basa il concordato, mentre l’altra lettera (la cordata che Pasquale Sgrò ha tentato di mettere insieme in Darsena) finora non ha dato esiti concreti. Per la Congressi Srl lo stesso ex liquidatore Riccardo Cima, nella relazione finale prima della sostituzione, ha proposto il fallimento e in comune si chiedono perché, essendo stato liquidatore per anni, non l’ha chiesto direttamente lui. E poi c’è la Patrimonio Srl, che Del Ghingaro definisce «un posso senza fondo, insolvente da tempo, che avrebbe dovuto essere chiusa tanti tempo fa». Dalla relazione del nuovo liquidatore Marco Marchi è emerso un indebitamento di circa 80 milioni che giustificano l’istanza di auto fallimento già presentata al Tribunale di Lucca. Se sarà accolta, ci penserà il curatore nominando. Se sarà respinta, gli 80 milioni andranno ad aggiungersi alla massa passiva del dissesto comunale redatta dall’Organo straordinario di liquidazione. La novità è il meccanismo escogitato dal sindacoe dai suoi collaboratori per salvare i beni patrimoniali della società, e tentare in via analoga il salvataggio dei beni strumentali della Congressi Srl, parimenti proprietà della Patrimonio. Ma sarà un’impresa degna di Spiderman, una vera arrampicata sugli specchi.

Così, al momento, viene confermato che la questione del giorno è la fallibilità della Patrimonio Srl: società in house, se si dimostra che è stata soggetta al vero controllo analogo, per legge non sarebbe assoggettabile alla Legge fallimentare. In tal caso il debito di 80 milioni tornerebbe nel dissesto, liquidabile con la soluzione semplificata al 50% da parte dell’Osl, attraverso alienazioni e altre specialità non indolori. Esiste però uno studio dell’avvocato Iacominelli per cui la Patrimonio è fallibile: nel dubbio, con l’istanza di autofallimento, la questione è stata rimessa al giudice lucchese. In ogni caso sarà una carneficina. Ecco perché lunedì, in consiglio comunale, arriverà una delibera per lo scorporo dei beni patrimoniali ritenuti indisponibili. Torneranno al comune ma, nel caso debba dire la sua un futuro curatore fallimentare, la forma provvisoria scelta per impianti sportivi e pubblica illuminazione è la cessione in comodato d’uso dalla Patrimonio al comune. Se e quando ne verrà acclarata l’indisponibilità, il comune riprenderà la piena proprietà. Evitando così, nelle pendenze, un’accusa di bancarotta fraudolenta. Del Ghingaro, Servetti, Marchi, Romiti e Iacominelli c’hanno lavorato tutto agosto. Ma la manovra sta in piedi se, acclarata la fallibilità, si dimostra che impianti sportivi e Principino sono beni indisponibili e dunque scorporabili in attesa della conferma della curatela.

Beppe Nelli