Omicidio Capovani, scarpe rosse e tatuaggi. "Così lo abbiamo incastrato. Seung al ritorno in bus sorrise"

Il capo della Mobile Nocita: "Immortalato dalle telecamere lungo il percorso. Nei 5 minuti di ’buio’ si disfece di calzature e busta verde in cui teneva l’arma"

Barbara Capovani

Barbara Capovani

Pisa, 22 febbraio 2024 – Il giorno prima e quello dopo: coincidono le ciabatte, il giubbotto, il cappello con il para orecchie, le mascherine gialle, la cartellina arancione. Elementi che, insieme alle famose scarpe rosse indossate durante l’aggressione e gettate dopo, per la polizia avrebbero stretto intorno a Gianluca Paul Seung un cerchio di prove solido.

In aula il vice questore aggiunto Fabrizio Valerio Nocita, capo della mobile di Pisa, ricostruisce le indagini e il percorso che avrebbe fatto l’imputato il 20 aprile e il giorno seguente, quello del delitto. Un nome su cui lavorare gli era arrivato dai colleghi della dottoressa Capovani che avevano ricordato come, durante il suo ricovero nell’Spdc a Pisa su disposizione dell’autorità giudiziaria, Seung fosse stato "ostile" alla stessa psichiatra.

Le telecamere hanno ripreso il suo percorso in entrambe le date. E la sua presenza a Pisa e nei dintorni del Santa Chiara sarebbe confermata anche dalle celle telefoniche.

L’iter del 21: l’abitazione del 35enne a Torre del Lago costeggia la linea ferroviaria. "Alle 16.09 in ciabatte si dirige verso la stazione. Alle 16.23 è nel sottopasso di Pisa San Rossore. Ha le ciabatte (che si sarebbe cambiato per poi rimetterle dopo l’agguato) e la cartellina, sequestrate a casa sua, il para orecchie e il cappello non ritrovato. Si vedono le mani con un tatuaggio. Seung sui dorsi ha i tatuaggi dello yn e dello yang. La videosorveglianza dell’Spdc lo riprende alle 16.31.

La dottoressa arriva in bici alle 16.41. Lui è lì che l’aspetta. Lei sale in reparto ed esce alle 17.53 quando slega la bici". A quel punto si vede qualcuno che la colpisce con un oggetto argentato per 12 volte, si notano le scarpe rosse. "L’uomo se ne va dal cancello di via Bonanno un minuto dopo, alle 17.57, a 300 metri dall’omicidio, in via Pisano, viene immortalato". Per gli investigatori non ci sono dubbi. E’ lui, è questa l’immagine che porta al suo fermo, poi convalidato.

"Alle 18.06 in via Niccolini ha ancora in mano la busta verde dove secondo noi teneva l’arma. 5 minuti dopo, in via Pietrasantina, non ce l’ha più". Si passano al setaccio i cassonetti: le scarpe vengono rinvenute, l’arma no. Prende il bus alle 18.40 a Madonna dell’Acqua. A bordo "sorride".

Antonia Casini